In Yemen il cessate il fuoco di 72 ore concordato sotto l’egida delle Nazioni Unite ed entrato in vigore il 19 ottobre scorso in tutto il paese è già in bilico a causa di violazioni da parte di entrambe le parti in lotta: da un lato, i lealisti fedeli al presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, sostenuti dalla comunità internazionale e dall’Arabia Saudita in particolare; dall’altro, i ribelli sciiti Houthi, affiancati dalle milizie fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh e sponsorizzati dall’Iran.
(Sanaa, il luogo dell’ultimo bombardamento saudita dell’8 ottobre 2016, oltre 140 morti)
(L’interno di un obitorio a Sana)
(L’edificio colpito dai bombardamenti sauditi dell’8 ottobre 2016)
Dopo l’episodio che ha visto uno scambio di colpi d’artiglieria tra ribelli Houthi e la marina degli Stati Uniti, il 20 ottobre alcuni missili sono stati lanciati dagli Houthi in direzione dell’Arabia Saudita, intorno alle città di Jizan e Najran. Riad ha risposto con una serie di raid aerei in territorio ostile, che hanno causato vittime civili.
(Sanaa, l’interno di un’abitazione distrutta dai bombardamenti sauditi)
(Sanaa: il tetto di un edificio colpito da una bomba sganciata dai caccia sauditi)
Sinora, la guerra civile esplosa nel marzo 2015 ha prodotto come risultato oltre 6mila morti (di cui la metà civili), l’occupazione della capitale Sanaa da parte dei ribelli, violenze diffuse in tutto il Paese, il ritorno prepotente di Al Qaeda nelle regioni del sud e la comparsa dello Stato Islamico. Entrambe le formazioni terroriste attaccano villaggi e check point e puntano a costruire qui nuove enclave, occupando stabilmente intere aree abbandonate anche a causa della guerra.
(Manifestazione dei ribelli sciiti Houthi a Sanaa)
(Manifestazione degli Houthi a Sanaa)
(Sanaa: nel maxi schermo Abdul Malik, leader degli Houthi)
L’escalation di attacchi ai civili delle ultime settimane e il grave deterioramento delle condizioni umanitarie della cittadinanza mette a rischio il futuro del paese più povero dell’intero Medio Oriente, dove ormai un quarto della popolazione è priva dei più elementari mezzi di sussistenza. Solo un accordo negoziale tra le parti potrebbe fermare la pericolosa crisi in corso.
(Un campo profughi allestito in un’area periferica di Sanaa)
(Sanaa: un ragazzo sopravvissuto a un bombardamento dei caccia sauditi)
Eppure, nonostante ciò, nessuna delle parti in lotta ha intenzione di cedere e anzi, si registrano negli ultimi tempi nuove forniture di armi ai ribelli Houthi da parte di Teheran – attraverso l’Oman – e un principio di epidemia di colera, sul quale sta indagando l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel tentativo di stabilire l’esatta estensione dell’emergenza che potrebbe compromettere la vita di migliaia di persone.
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Fonte:
http://www.lookoutnews.it/yemen-guerra-epidemia-colera/