di Alfredo Mantici
Negli Stati Uniti nella serata di oggi, mercoledì 19 ottobre, alle 21 (ora locale) all’Università del Nevada a Las Vegas Hillary Clinton e Donald Trump si affronteranno nell’ultimo dibattito televisivo prima delle elezioni presidenziali dell’8 novembre. Il duello concluderà la parte “televisiva” di quella che comunque passerà alla storia come la campagna elettorale più squallida della storia degli Stati Uniti. I due candidati finora hanno confermato il giudizio espresso dalla maggioranza degli elettori americani già ai tempi delle primarie, quando la maggioranza degli intervistati dai sondaggisti li aveva classificati come i “meno amati” pretendenti alla Casa Bianca degli ultimi cinquant’anni.
Invece che affrontarsi sui grandi temi di politica interna ed estera, finora i due contendenti hanno preferito lo scontro personale con insulti acrimoniosi reciproci stimolati da pettegolezzi e accuse di basso livello che, secondo tutti gli analisti, hanno avvelenato il clima della campagna senza peraltro far cambiare opinione ai sostenitori dichiarati dei due concorrenti e senza spostare in modo significativo il flusso dei consensi nell’ampia platea degli elettori indecisi.
Di cosa si discuterà all’ultimo dibattito in tv
Il dibattito di stasera sarà diretto dal giornalista della Fox News Chris Wallace, il quale ha già anticipato che i temi principali sui quali la Clinton e Trump saranno chiamati a confrontarsi saranno “il debito pubblico, i diritti dei cittadini, l’immigrazione, la composizione della Corte suprema, i punti caldi del mondo e l’idoneità a essere presidente”. Si può essere certi fin d’ora che sarà proprio quest’ultimo argomento a sovrastare tutti gli altri e che il dibattito sarà scandito dall’ennesimo scambio velenoso di accuse reciproche.
Nell’infuocata vigilia del duello televisivo, Donald Trump ha dichiarato che “la Clinton, i media e l’establishment politico americano hanno cospirato per manipolare la campagna elettorale usando false storie propalate da donne che lo hanno accusato di molestie sessuali, dando credito a bugie che non hanno fondamento ma che conquistano le prime pagine”.
La Clinton, dal canto suo, ha preferito ritirasi in casa per prepararsi con i suoi collaboratori al dibattito, ben sapendo che il suo avversario tenterà di rinfacciarle il contenuto delle migliaia di mail scambiate tra i manager della sua campagna, diffuso dal sito Wikileaks negli ultimi giorni.
Le mail hackerate da Wikileaks
Gli hacker di Wikileaks sono riusciti a penetrare nei server privati della Clinton, del manager della sua campagna, John Podestà, e di alcuni dei più stretti consiglieri della candidata e hanno reso pubblici oltre diecimila documenti sui quali la stampa si è gettata prontamente alla ricerca di affermazioni imbarazzanti.
La campagna di Wikileaks, l’organizzazione capeggiata da Julian Assange attualmente rifugiato nell’ambasciata londinese dell’Ecuador perché inseguito da un mandato di cattura della magistratura svedese, è stata denominata dai suoi promotori October Surprise, e secondo il sito americano Politico – molto vicino alla candidata democratica – è destinata ad “avvelenare le ultime tre settimane della campagna elettorale” che, a causa delle notizie imbarazzanti contenute nelle mail “rubate” da Wikileaks, sarà resa “tossica” dai tentativi di Trump di “rimestare nel fango”.
Di fango, in realtà, nelle mail diffuse ce n’è a sufficienza e questo porta i giornalisti che seguono la campagna dei democratici ad affermare che Hillary, nonostante sia ancora in testa nei sondaggi, sarebbe depressa e indignata. La frase più usata per descrivere il suo stato d’animo è “pissed”, che tradotto in italiano significa che ne ha “le scatole piene”. Anche perché in una mail viene tirata in ballo sua figlia Chelsea, definita da un collaboratore della Clinton “una ragazzina viziata che non ha ancora scoperto cosa deve fare nella vita”.
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Venerdì 14 ottobre, di fronte all’ennesima scarica di accuse al vetriolo lanciatale contro senza tanti complimenti da Trump, Hillary – sempre secondo le indiscrezioni raccolte da Politico – si sarebbe sfogata con i suoi collaboratori dicendo che “questa campagna elettorale si sta rivelando estremamente dolorosa. Non sono per niente soddisfatta di come vanno le cose col mio avversario. Penso che tutto questo faccia male al Paese”.
Indipendentemente dal valore reale del contenuto delle mail, nelle quali si parla anche dei rapporti molto ambigui con la banca d’affari Goldman Sachs, dei giudizi sui sauditi che pur essendo finanziatori della campagna della Clinton vengono da lei definiti sponsor del terrorismo jihadista e di altre vari amenità, resta il fatto che la candidata democratica paga il prezzo di una campagna nella quale lei stessa e i suoi sostenitori – a partire dal presidente Barack Obama e dai grandi giornali liberal della costa orientale – non hanno esitato a dipingere Trump come un semi deficiente, molestatore sessuale incallito e “mangiatore di bambini” messicani.
Toni aspri che hanno contribuito a inquinare il dibattito elettorale, portandolo ai livelli minimi della decenza politica e che potrebbe essere ulteriormente peggiorato dalle altre mail hackerate da Wikileaks, in procinto di essere diffuse a scadenze regolari fino alla vigilia del voto. Un voto che sarà comunque povero di contenuti e molto, troppo, influenzato dalle emozioni provocate da rivelazioni forse umanamente imbarazzanti, ma politicamente ininfluenti. Vedremo se l’ultimo dibattito televisivo riporterà il confronto sui binari della politica, anche se vista la statura dei candidati, difficilmente i due sapranno sottrarsi alle tentazioni della rissa verbale e del qualunquismo che finora hanno dominato la campagna elettorale per la presidenza del Paese più potente del mondo.
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