venerdì 4 novembre 2016

Yemen, la complicata exit strategy degli USA

di Manuel Godano

 

Il bombardamento con cui i caccia sauditi lo scorso 8 ottobre hanno ucciso oltre 150 persone a Sanaa sta rendendo sempre più complicata la posizione degli Stati Uniti nel conflitto in Yemen. Secondo fonti di intelligence accreditate, l’ennesima strage che ancora una volta ha colpito per lo più civili avrebbe spinto il Pentagono a un cambio di strategia immediato, nonostante siano ormai alle porte le elezioni presidenziali del prossimo 8 novembre, giorno in cui la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump si contenderanno il posto di successore di Barack Obama alla Casa Bianca.

 

Il segretario della Difesa Ashton Carter ha dato mandato ai suoi funzionari che coordinano le operazioni in Yemen di agire simultaneamente in tre direzioni: fare pressione sulle forze occidentali maggiormente coinvolte nel conflitto, vale a dire Francia e Regno Unito, affinché non garantiscano più un supporto incondizionato all’Arabia Saudita; imporre all’Oman di fermare i passaggi di armi iraniane per la regione del Dhofar indirizzati agli Houthi, facendo così rientrare le tensioni tra Riad e Muscat all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo; ma, soprattutto, allentare le forniture americane di armi e munizioni destinate all’esercito saudita.

 

Secondo gli ultimi aggiornamenti filtrati da fonti interne della sicurezza statunitense, i livelli di condivisione di informazioni sensibili tra la CIA e la sezione antiterrorismo dei servizi segreti sauditi, che risponde direttamente al ministro degli Interni e principe ereditario Mohammed bin Nayef, non sono mai stati così bassi dall’inizio della campagna militare saudita in Yemen iniziata nel marzo del 2015. A pagarne le conseguenze non è stato solo l’esercito regolare di Riad, ma anche la Saudi Arabian National Guard (SANG), corpo militare di punta guidato da Mutaib bin Abdullah che ha subito diverse sconfitte lungo i confini tra Arabia Saudita e Yemen. Emblematici, in tal senso, sono stati i ripetuti attacchi missilistici attraverso cui i ribelli sciiti Houthi hanno più volte colpito il quartier generale della coalizione arabo-sunnita situato a Khamis Mushait nel sud-ovest dell’Arabia Saudita.

 

Yemen_mappa

 

A stretto giro gli USA potrebbero anche optare per bloccare l’invio di informazioni (immagini satellitari e intercettazioni) al GIP (General Intelligence Presidence), la principale agenzia di intelligence saudita, ma anche gli attacchi con droni lungo le coste yemenite.

 

Quella su cui sta lavorando Carter non è una tattica priva di rischi per gli USA. Riad potrebbe infatti reagire all’interruzione della cooperazione militare ritirando quel supporto logistico sul terreno che finora ha permesso alle forze speciali americane di individuare e neutralizzare con un certo successo nel sud dello Yemen elementi chiave delle cellule di AQAP (Al Qaeda nella Penisola Araba) e dello Stato Islamico.

 

Inoltre, la volontà di puntare su una exit strategy il meno possibile “rumorosa”, lasciando che siano i sauditi e i suoi alleati regionali a venire fuori da questa crisi, apre inevitabilmente nuovi interrogativi sul futuro di un conflitto che finora, nel silenzio generale dei media internazionali, ha causato quasi 7mila morti e milioni di sfollati.

 

In queste condizioni, per lo Yemen devastato dalla guerra per procura tra Iran e Arabia Saudita, si profila inevitabilmente un futuro di Paese diviso: da una parte il nord sciita con capitale Sanaa; dall’altra il sud con capitale nella separatista Aden, dove ormai si è trasferito in pianta stabile quel che resta del governo del presidente deposto Abd Rabbo Mansour Hadi.

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Fonte: http://www.lookoutnews.it/yemen-usa-exit-strategy/

Google Pixel vs Samsung Galaxy S7: il nostro confronto | Video

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Mi sto prendendo il tempo che serve per provare a fondo questo Google Pixel, d'altronde si tratta del primo realizzato da Google e gli spunti di riflessione sono tanti, contando anche sul fatto che possiede l'ultima release Android Nougat 7.1. Ma per vedere quanto sia davvero valido sul mercato bisogna inevitabilmente metterlo a paragone con la concorrenza, per questo motivo nei giorni scorsi l'ho [...]

Autore: download | Categoria: Scienza e Tecnologia | Voti: 1 - Commenti: 0


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Riforme, Boschi: “Rinvio? Nessuna ipotesi del genere”. “Energia sprecata per il Sì? Priorità è terremoto”

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Dibattito serrato tra il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e il conduttore Corrado Formigli a Piazza Pulita (La7). L’esponente del governo risponde sul possibile rinvio paventato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Da parte nostra non c’è nessuna ipotesi di rinvio per il referendum. Si vota il 4 dicembre”. La Boschi poi risponde piccata di … [...]

Autore: ilFattoQuotidiano | Categoria: Politica | Voti: 3 - Commenti: 0


Fonte: http://www.blog-news.it/metapost/riforme-boschi-ldquo-rinvio-nessuna-ipotesi-del-genere-rdquo-ldquo-energia-sprecata-per-priorit-terremoto-rdquo

La Festa delle Forze Armate: le missioni italiane all’estero

Oggi, venerdì 4 novembre, ricorrono le festività per il Giorno dell’Unità Nazionale e per la Giornata delle Forze Armate.

 

Novantotto anni fa, il 4 novembre 1918, aveva termine la prima guerra mondiale. L’anniversario del 4 novembre celebra la fine vittoriosa della guerra, commemora la firma dell’armistizio siglato a Villa Giusti​ (Padova) con l’Impero austro-ungarico ed è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate.

 

In questa giornata – si legge sul sito dell’Esercito Italianosi intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi”.

 

Per ricordare questa importante festività Lookout News ripropone il quadro delle missioni internazionali che vedono impegnati i soldati del nostro Esercito nell’ambito di operazioni ONU, NATO e UE nelle aree di maggior interesse strategico per la Nazione.​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

 

Missioni_esercito_Italia_estero

 

Europa

Nei Balcani sono in corso diverse missioni, risultato della riorganizzazione e ridimensionamento delle forze NATO, che a partire dal 2003 è stata sostituita dall’UE in alcuni compiti (soprattutto di polizia, monitoraggio e consulenza). In Bosnia Herzegovina opera la European Union Force ALTHEA (che succede alle missioni NATO SFOR e IFOR). In Kosovo sono presenti EULEX (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) e KFOR-Joint Enterprise della NATO. Nei Balcani occidentali e in Georgia è attiva la Missione di Monitoraggio dell’Unione Europea (EUMM) che contribuisce alla normalizzazione dell’area.

 

A Cipro opera dal 1964 la UNFICYP (United Nations Peacekeeping force in Cyprus), la cui missione fu modificata nel 1974 dopo il tentato di colpo di Stato da parte dei greco-ciprioti appoggiati da Atene, scatenando l’intervento della Turchia. Il nuovo mandato prevedeva la supervisione del cessate-il-fuoco. Qui l’Italia svolge funzioni di polizia. A Malta le nostre forze armate sono presenti con la MICCD (Missione Italiana di Collaborazione nel Campo della Difesa) e nel Mediterraneo con la Active Endeavour con le altre forze navali della NATO.

 

Albania_soldati_Italia(Soldati italiani a Rinas, Albania, maggio 1999)

Africa

L’Italia è presente in Libia, a Sirte, con la missione segreta autorizzata dal governo e guidata dall’AISE (il servizio segreto esterno), contro lo Stato Islamico: impiega uomini del Reggimento Col Moschin, del gruppo operativo incursori del Comsubin, del gruppo intervento speciale dei carabinieri e incursori dell’aeronautica militare. Nel Corno d’Africa è presente con EUCAP NESTOR (European Union Regional Maritime Capacity Building for the Horn of Africa and the Western Indian Ocean); in Somalia con la missione europea di addestramento EUTM, assegnata dal febbraio del 2014 al comando italiano; nel Darfur con UNAMID (African Union/United Nations Hybrid operation in Darfur); in Mali con MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission) e con la più recente EUTM (European Union Training Mission); in Sud Sudan con UNMISS (United Nations Mission in South Sudan); in Niger con EUCAP Sahel e in Repubblica Centrafricana con la più recente missione EUFOR. In Marocco, dal 1991 l’Italia è presente invece con la missione MINURSO (United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara).

 

Italia_missioni_estero(I Paesi in cui è impegnato l’Esercito Italiano all’estero)

 

Dal 2008 la nostra Marina partecipa anche alle operazioni Atalanta (UE) e Ocean Shield (NATO) per contrastare la pirateria al largo delle coste somale, in aggiunta alla EUTM Somalia, che però ha sede in Uganda. In Nord Africa, oltre alla missione in Marocco, l’Italia è presente anche in Egitto con l’MFO (Multinational Force and Observers) istituita nel 1978 nel Sinai per supervisionare il mantenimento della pace tra Egitto e Israele.

 

Una particolarità è rappresentata poi dal contributo delle forze armate italiane per il controllo del valico di Rafah, uno dei principali e più critici punti di confine e di accesso tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, dove c’è un solo militare italiano nella missione di assistenza alle autorità palestinesi nella gestione del traffico del valico (EUBAM Rafah).

 

Medio Oriente

In Medio Oriente i nostri soldati portano avanti la seconda missione più grande dell’Italia all’estero: UNIFIL in Libano, attualmente sotto il comando italiano. A guidarla è il Generale Luciano Portolano (subentrato al Generale Paolo Serra nel luglio 2014). Obiettivo di UNIFIL è stabilizzare l’area sud del Libano, dove opera Hezbollah e dove il nostro contingente opera in stretto coordinamento con le forze armate libanesi. Sempre in Medio Oriente, l’Italia ha una task force aerea negli Emirati Arabi, un avamposto in Cisgiordania a Hebron (TIPH2), una task force aerea in Iraq e alcuni ufficiali negli avamposti della Middle East – UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization). L’Italia guida, inoltre, l’operazione EUNAVFOR MED contro gli scafisti nelle acque del Mediterraneo centrale, con la portaerei Cavour al comando dell’ammiraglio Enrico Credendino.

 

UNIFIL_ITALIA(Soldati italiani in servizio a Beirut, Libano, nell’ambito della missione UNIFIL)

 

Iraq

Da metà dicembre 2015, con l’invio di altri 450 soldati italiani a difesa dei lavori sulla grande diga di Mosul – infrastruttura centrale i cui lavori di ristrutturazione sono stati affidati alla ditta italiana Trevi di Cesena – è salito a oltre un migliaio di soldati, tra addestratori e dispositivi di sorveglianza armata, il numero dei nostri effettivi in Iraq.

 

La principale operazione che vede impegnati i soldati italiani in Iraq è denominata Prima Parthica, la missione militare del nostro Paese più costosa all’estero, per la quale sono stati investiti complessivamente 200 milioni di euro nel 2015. Prima Parthica è iniziata il 14 ottobre del 2014, quattro mesi dopo la presa di Mosul da parte dello Stato Islamico. Obiettivo dell’operazione è fornire supporto operativo alle forze di sicurezza irachene, formare i soldati delle forze armate e gli agenti di polizia, contribuire alla messa in sicurezza dei confini nazionali. Per l’operazione, l’Italia schiera il contingente europeo più numeroso per l’addestramento delle forze locali. A Baghdad sono impegnati 100 carabinieri.

 

Mosul_diga(La diga di Mosul, in Iraq, dove sono dispiegati 450 soldati italiani)

 

Mentre a Erbil, zona curda, finora sono presenti 200 addestratori italiani per la formazione di oltre 2mila peshmerga curdi sui 5mila totali formati dai trainer europei. Il programma di addestramento su cui punta l’Italia prevede: azioni tattiche nei centri abitati, procedure per disinnescare ordigni rudimentali, tiro diretto di precisione con armi portatili (corso “sniper”), messa in sicurezza di caserme e campi di addestramento, utilizzo di mortai, comunicazioni via radio. Gli addestramenti vedono coinvolti circa 30 ufficiali curdi, istruiti anche sulle procedure e sulle metodologie dell’intelligence militare. Dunque, oltre all’addestramento di truppe, i nostri militari avranno ora anche compiti di sorveglianza armata.

 

Asia

Oltre alla missione tra India e Pakistan UNMOGIP (United Nations Military Observer Group in India and Pakistan), istituita nel 1949 per supervisionare il cessate-il-fuoco tra Pakistan e India nello Stato di Jammu e Kashmir, in Asia Centrale il ministero della Difesa ha dispiegato militari in Afghanistan. Qui il nostro Paese ha impiegato sinora il suo contingente più numeroso, sebbene alla fine nel 2014 sia iniziato il lento ritiro del contingente ISAF (International Security Assistance Force) della NATO. In Afghanistan sono stati già chiusi i PRT (Provincial Reconstruction Team) e diversi avamposti FOB (Forward Operating Base), tra cui la FOB ICE nella valle del Gulistan e Dimonios a Farah. L’ultima a essere dismessa nel novembre 2013 è stata la FOB Tobruk a Bala Baluk, in uno dei distretti in cui l’intensità degli scontri con i talebani si è fatta sentire più che altrove.

 

ITALIAN SOLDIER ON GUARD DURING ISAF TURN OVER IN KABUL.(Un soldato italiano di stanza a Kabul, febbraio 2013)

 

Anche Camp Arena, ad Herat, è in fase di smobilitazione. Qui in questo momento si trovano ancora più di 500 soldati italiani, di cui una settantina svolgono compiti di addestramento delle forze di sicurezza afghane nell’ambito della nuova missione Resolute Support, subentrata all’inizio del 2015 a ISAF. L’Italia ha accolto la richiesta degli Stati Uniti di mantenere ancora per alcuni mesi le proprie truppe in Afghanistan oltre il termine previsto dell’ottobre 2015, mentre gli Stati Uniti porteranno avanti la missione almeno fino a tutto il 2016.

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La storia delle Regioni a statuto speciale senza senatori con la riforma costituzionale

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La riforma Renzi Boschi ha un nuovo problema: le regioni a statuto speciale. La questione è stata sollevata sia dal deputato al consiglio regionale sardo Mauro Pili (Unidos) che dai comitati per il No in Sicilia (sostenuti da Sinistra italiana e Altra Europa con Tsipras) i quali hanno ricevuto l’inaspettato appoggio dell’ex ministro per le riforme Roberto Calderoli. Si tratta da una parte dell’aut [...]

Autore: votAntonio | Categoria: Politica | Voti: 1 - Commenti: 0


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Eugenio Scalfari è grillino, ma non lo sa

Sbagliano, i 5 Stelle, ad avercela con Eugenio Scalfari. Ieri il venerabile fondatore di Repubblica è stato encomiabile nel portare voti al M5S e al “No”. Di fronte a un Alessandro Di Battista che si era preparato per giorni davanti allo specchio per stare calmo e ostentare rispetto nei confronti di un intellettuale, per evitare così il rischio di apparire “il giovane arrogante che non ha rispetto [...]

Autore: inkiesta | Categoria: Politica | Voti: 3 - Commenti: 0


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I segreti di Huma Abedin, il braccio destro di Hillary Clinton

di Rocco Bellantone

@RoccoBellantone

 

I segreti di Anthony Weiner e della sua ex moglie Huma Abedin stanno ostacolando in maniera sempre più preoccupante il rush finale di Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca. Tutto ha avuto inizio lo scorso 28 ottobre, giorno in cui il direttore dell’FBI, James Comey, ha comunicato al Congresso che durante le indagini a carico dell’ex congressista Anthony Weiner – coinvolto per la terza volta dal 2011 in uno scandalo sessuale per aver inviato una sua foto da nudo a una ragazza minorenne – tra le mail sotto osservazione ne sono emerse alcune mail collegate al server privato che la Clinton ha usato per gestire comunicazioni governative ai tempi in cui era segretario di Stato ma che aveva sempre tenuto nascosto.

 

È bene precisare che non vi è alcun collegamento tra lo scandalo sessuale che ha coinvolto Weiner, se non il fatto che le sue mail incriminate fossero rimaste archiviate in un pc che condivideva con la ex moglie, da vent’anni stretta collaboratrice della Clinton.

 

Il caso ha però spinto nuovamente sotto i riflettori mediatici Huma Abedin. L’aspetto più interessante della sua carriera, in questa ultima e decisiva fase delle presidenziali americane, non riguarda ovviamente i rapporti con l’ex marito quanto i suoi contatti diretti con istituti e organizzazioni con sede in Arabia Saudita accusati dagli USA di aver finanziato gruppi terroristici in giro per il mondo.

 

Huma Abedin e i suoi rapporti con Riad

Nata a Kalamazoo, in Michigan, nel 1976, Huma Abedin è cresciuta a Gedda, in Arabia Saudita, torna negli Stati Uniti a 18 anni laureandosi all’Università George Washington. A diciannove anni incrocia Hillary Clinton, quando questa era first lady. Dopo uno stage alla Casa Bianca, Abedin segue la Clinton guadagnandosi negli anni la sua fiducia fino a divenire sua assistente personale e consigliere al Dipartimento di Stato fino a esserne capo dello staff e, oggi, vicepresidente della sua campagna elettorale.

 

In questi anni non ha però mai perso i contatti con l’Arabia Saudita. A Gedda suo padre, con l’appoggio di Abdullah Omar Nasseef, presidente della King Abdulaziz University, ha fondato il think thank Institute of Muslim Minority Affairs assumendo anche la direzione del Journal of Muslim Minority Affairs, il cui obiettivo è fare luce sulle minoranze musulmane presenti in tutto il mondo e promuoverne la tutela dei loro diritti.

 

Soprattutto agli inizi, il Journal of Muslim Minority Affairs era in pratica un giornale “fatto in casa”. Huma Abedin vi ha ricoperto il ruolo di assistant editor tra il 1996 e il 2008, incarico poi passato a sua sorella Heba. Suo fratello, Hassan, ricercatore presso l’Oxford Center for Islamic Studies, si occupa delle recensioni dei libri.

 

Huma Abedin(Huma Abedin e l’ex marito Anthony Weiner)

 

Ciò che è più interessante di questo giornale è però soprattutto l’indirizzo a cui si fa inviare la posta, le segnalazioni di libri e le proposte di collaborazione. L’indirizzo rimanda agli uffici londinesi del Muslim World League, ente indicato nel 2009 da Hillary Clinton, ai tempi in cui era segretario di Stato, come organizzazione finanziatrice del terrorismo.

 

Il Muslim World League è collegato direttamente all’organizzazione Arab Muslim Youth Association (WAMY). Anche questa organizzazione, al pari del Muslim World League, è stata nel 2009 al centro di colloqui tra Washington e l’Arabia Saudita. Colloqui in cui, stando a quanto confermato anche da file divulgati da Wikileaks, il Dipartimento di Stato chiedeva a Riad e ad altri Paesi del Golfo di fare pressione su questi enti affinché interrompessero i finanziamenti destinati a gruppi terroristici come Al Qaeda, i Talebani e Hamas.

 

Del collegamento tra la Muslim World League, il WAMY e i gruppi terroristici si hanno tracce nelle 28 pagine secretate della relazione della Commissione che indaga sugli attentati dell’11 settembre, rese pubbliche solo nel settembre scorso. In una di queste pagine si fa riferimento al fratellastro di Osama Bin Laden, Abdullah Bin Laden, presidente e direttore del WAMY e dell’Institute of Islamic and Arabic Science in America, entrambi collegati a ong con sede a Riad.

 

Secondo l’FBI, ci sono ragioni fondate per credere che in particolare il WAMY sia “strettamente associato al finanziamento di attività terroristiche internazionali e in passato abbia fornito supporto logistico a miliziani che sono andati a combattere in Afghanistan”. Già nel 1998, la CIA aveva pubblicato un documento in cui definiva il WAMY una ong che forniva finanziamenti, supporto logistico e formazione ai talebani, ad Hamas, ma anche a estremisti algerini e militanti islamisti delle Filippine.

 

Le ultime indagini dell’FBI

L’aspetto rilevante da sottolineare è che in questa fase, mentre Clinton trattava con Riad per bloccare i finanziamenti destinati al terrorismo internazionale, al suo fianco c’era proprio Huma Abedin, i cui rapporti con le organizzazioni accusate di questo reato dagli USA appaiono sempre più certi.

 

In questo contesto è da segnalare anche l’ultimo resoconto sulle indagini dell’FBI firmato da Paul Sperry, direttore di counterjihad.com. In una sua ultima analisi Sperry mette in grassetto le testimonianze di alcuni uomini della sicurezza della Clinton, dalle quali emerge l’amplissima libertà di azione della Abedin quando era capo dello staff di Hillary al Dipartimento di Stato. Uno degli agenti, interrogato, a cui era stato assegnato il compito di vigilare sulla residenza della Clinton a Chappaqua, a New York, ha dichiarato all’FBI che all’epoca le procedure per la messa in sicurezza delle comunicazioni classificate come PPB (Presidential Daily Brief) – compresi l’invio e la ricezione di email e fax – era stata stabilita proprio dalla Abedin. L’uomo ha specificato che era lei a coordinare tutte le operazioni da una stanza situata nel terzo piano della residenza della Clinton.

 

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Alla luce di questa testimonianza, come è possibile credere che la Abedin non sapesse nulla – come dichiarato all’FBI nell’aprile del 2016 – del fatto che la Clinton, all’epoca in cui era segretario di Stato, possedesse un server privato da cui gestiva non solo la posta elettronica personale ma anche comunicazioni governative?

 

Una versione che non regge, anche alla luce delle dichiarazioni rilasciate all’FBI da un altro dipendente del Dipartimento di Stato all’epoca del mandato della Clinton, il quale ha detto che era stata proprio la Abedin a dare indicazioni ai tecnici informatici di creare un server privato per il segretario di Stato, come dimostrano almeno tre scambi di mail. Senza dimenticare, come scoperto sempre dall’FBI, che “l’unico funzionario del Dipartimento di Stato che ha avuto un account di posta elettronica con il dominio privato della Clinton (clintonemail.com) è stata sempre la Abedin.

 

A queste dimenticanze se ne aggiunge infine un’altra. Facendosi inoltrare le mail classificate sul suo account di posta privata, la Abedin ha più volte violato un accordo di non divulgazione (Classified Information NonDisclosure Agreement) che aveva firmato il 30 gennaio 2009 nel momento in cui aveva assunto l’incarico di consigliere della Clinton al Dipartimento di Stato. Ma anche di questo, nel suo interrogatorio con l’FBI, si è dimenticata.

 

Alla luce di tutto ciò resta da chiedersi come sia stata possibile che una donna con così tanti sospetti e accuse addosso continui a essere la persona di fiducia di Hillary Clinton. Non è un rischio da poco, e non solo per la candidata democratica ma per gli Stati Uniti. Perché, qualora Hillary dovesse essere eletta presidente, la Abedin potrebbe essere scelta come suo capo di gabinetto. Si tratta di una nomina diretta, che per passare non ha bisogno dell’approvazione del Senato. Ed è, nei fatti, la seconda carica per importanza nella nomenclatura non solo della Casa Bianca ma dell’intero governo degli Stati Uniti.

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Gli Hotel e Motel per chi ama il BDSM

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Il BDSM (Bondage, Dominazione o Disciplina, Sadismo, Masochismo, è una pratica sessuale antichissima che è diventata "di moda" con l'avvento di un prodotto letterario ben commercializzato dal nome "50 Sfumature di Grigio". Si parla di storia perchè del piacere nella dominazione nei confronti delle proprie donne o uomini di corte ne sono pieni i libri ... [...]

Autore: loveadvisoritalia | Categoria: Altro | Voti: 1 - Commenti: 0


Fonte: http://www.blog-news.it/metapost/gli-hotel-motel-per-chi-ama-bdsm-1

Minoranza del Partito democratico e Lega Nord uniti per il No: il senatore Paolo Corsini a un convegno con i leghisti

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Il No al referendum riduce le distanze, anche quelle politiche. Così senatori che a Palazzo Madama si ritrovano lontani non solo fisicamente ma anche ideologicamente, si ritrovano seduti fianco a fianco a un convegno per dire No alla riforma costituzionale che sarà sottoposta alla consultazione referendaria del 4 dicembre. Si tratta di Paolo Corsini, esponente al Senato della minoranza dem, e di J [...]

Autore: votAntonio | Categoria: Politica | Voti: 5 - Commenti: 0


Fonte: http://www.blog-news.it/metapost/minoranza-del-partito-democratico-lega-nord-uniti-per-senatore-paolo-corsini-convegno-con-leghisti

San Giovanni Battista di Caravaggio: analisi completa dei quadri

San Giovanni Battista di Caravaggio: analisi completa dei quadri
ArteWorld.

Andiamo a conoscere una serie di opere di Caravaggio, che, pur avendo tutti lo stesso titolo, in realtà presentano delle caratteristiche molto diverse. I dipinti di Caravaggio sono considerati tra i lavori più importanti e famosi della storia dell’arte moderna e di quella mondiale; oggi, studieremo la serie di opere intitolate San Giovanni Battista Caravaggio .

San Giovanni è un personaggio ricorrente nella produzione artistica di Caravaggio, come abbiamo già potuto vedere all’interno della decollazione di san Giovanni Battista Caravaggio , ed oggi scopriremo tutte le opere di Caravaggio avente per protagonista il celebre santo.

SAN GIOVANNI BATTISTA TOLEDO

Qui potrete leggere tutte le informazioni riguardanti il quadro di San Giovanni Battista di Caravaggio conservato a Toledo.

san-giovanni-battista-caravaggio-toledo-analisi

“San Giovanni Battista” (Giovanni nel deserto) Caravaggio

Data di realizzazione: 1598

Dimensioni: 169 x 112 cm

Dove si trova: Museo Tesoro Catedralicio, Toledo

Questa versione del Caravaggio San Giovanni Battista conservata in Spagna, è ancora oggetto di discussione tra studiosi e critici, i quali, non riescono a confermare pienamente l’attribuzione di questo quadro a Caravaggio.

Molti studiosi pensano che l’opera possa essere stata realizzata da un allievo di Caravaggio, ovvero Bartolomeo Cavarozzi; altri, invece, pensano che si possa trattare di un’opera giovanile del Merisi.

L’opera, secondo le fonti, sarebbe stata realizzata per il priore dell’Ospedale della Consolazione, il quale, in seguito, portò con se l’opera in Spagna.

Neanche quest’ultima affermazione è completamente certificata. Secondo altri studiosi, questo olio su tela potrebbe essere stato realizzato da Caravaggio, mentre si trovava dal Cardinale Francesco Maria del Monte.

In ogni caso, il pittore, rappresenta San giovanni seduto su un mantello rosso: mentre con una mano regge una lunga croce composta essenzialmente da canne, rivolge lo sguardo verso l’agnello seduto al suo fianco.

A circondare il protagonista, sulla sinistra, si trovano delle viti e vari steli pieni di spine: le piante sono dipinte con eccezionale cura ed attenzione, dimostrando la grandissima abilità pittorica dell’artista.

La presenza di foglie di vite, alludono all’uva che è stata utilizzata per realizzare il vino dell’Ultima Cena, ed allo stesso modo, le spine simboleggiano invece l’omonima Corona di spine posta sulla testa di Gesù prima della sua Crocifissione.

Caravaggio, infine, sceglie di andare contro la tradizione pittorica riguardante san Giovanni, rappresentandolo, non come un semplice bambino in compagnia della Vergine e Gesù Bambino, e neanche nell’atto di battezzare lo stesso Gesù, ma semplicemente, come un pastore pensieroso.

SAN GIOVANNI BATTISTA ROMA

Qui potrete leggere tutte le informazioni riguardanti i San Giovanni Caravaggio conservati a Roma: una versione è conservata ai Musei Capitolini, mentre l’altra alla Galleria Doria Pamphilj, e sono perfettamente identiche.

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Data di realizzazione: 1602

Dimensioni: 129 x 94 cm

Dove si trovano: Musei Capitolini e Galleria Doria Pamphilj, Roma

Questo lavoro, che non ha per soggetto la decollazione del Battista , è stata commissionata dal banchiere Ciriaco Mattei, insieme alla celebre Cena in Emmaus.

L’opera, negli anni successivi al suo completamento, giunge nelle collezioni del cardinale Francesco Maria del Monte, per poi essere venduta a papa Benedetto XIV, ed infine, arriva ai Musei Capitolini.

Da quel momento si perdono le tracce di questo importante lavoro di Caravaggio, ma nel 1950 viene ritrovato, e torna definitivamente ai Musei Capitolini.

In questo Caravaggio Musei Capitolini, San Giovanni non è rappresentato ne come un bambino ne tantomeno nell’atto di battezzare Gesù; il pittore sceglie di dipingerlo come un ragazzo con un braccio attorno al collo di un ariete e con lo sguardo rivolto verso lo spettatore.

Caravaggio, per la posizione del soggetto di questo S Giovanni Battista Roma si ispira alla Sibilla Eritrea realizzata da Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina, migliorandola sotto ogni aspetto, attraverso il giusto utilizzo di colori e giochi di luce.

Il ragazzo protagonista di questo quadro è molto simile a Cecco, protagonista già in precedenza di Amor vincit omnia di Caravaggio.

Nella composizione non sono presenti sufficienti elementi che permettano di identificare nel ragazzo la figura di San Giovanni Battista, se non il piccolo mantello rosso e la pelle di cammello, la quale è posta sotto il protagonista.

L’animale, secondo vari studiosi, più che un ariete, dovrebbe rappresentare un agnello: se fosse così, allora, simboleggerebbe Cristo come agnello giunto tra gli uomini per redimere i loro peccati.

Spostando l’attenzione sul movimento del piccolo San Giovanni ovvero l’abbraccio fraterno verso l’ariete, indicherebbe la fondamentale importanza di San Giovanni per Gesù, elevandolo a vero e proprio fratello e non un semplice cugino.

Secondo un’altra interpretazione, l’agnello potrebbe rappresentare anche la dissolutezza del sacrificio:ed in questo caso, alcuni elementi potrebbero supportare questa ipotesi, come la nudità del protagonista che ricorda quella delle vittime sacrificali, la presenza dell’ariete (spesso utilizzato come animale sacrificale) ed il fatto che sono seduti entrambi su un supporto di legno, che ricorda la pira su cui venivano effettuati in antichità i sacrifici.

La nudità del protagonista e l’utilizzo da parte di Caravaggio, della stessa posizione della Sibilla realizzata da Michelangelo, suggerirebbe una rappresentazione ironica da parte di Caravaggio.

Quest’opera, ebbe grandissimo successo fin da subito; per questo motivo, venne commissionata a Caravaggio una copia del lavoro, oggi conservata alla Galleria Doria Pamhilj.

SAN GIOVANNI BATTISTA KANSAS CITY

Qui potrete leggere tutte le informazioni riguardanti il quadro su San Giovanni Battista realizzato da Caravaggio e conservato a Kansas City.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1604

Dimensioni: 173 x 133 cm

Dove si trova: Museo Nelson-Atkins, Kansas City

Questo lavoro venne commissionato a Caravaggio dal banchiere Ottavio Costa.

La destinazione privata dell’opera, permise al pittore di avere maggiore libertà di rappresentazione: in questo modo, scelse di andare contro i tradizionali ritratti del santo, introducendo delle caratteristiche innovative.

Questo quadro conservato a Kansas City è uno tra i più conosciuti tra tutte le opere del Caravaggio, e per molti aspetti, ricorda molto quello di Toledo.

Il forte chiaroscuro mette in risalto San Giovanni, il quale è appoggiato su un supporto, coperto in gran parte da un mantello rosso;  sul braccio e sulla gamba si scorge una parte di pelle di cammello.

Con una mano regge la semplice croce fatta di canne ed intorno a lui, ci sono alberi e piante.

L’espressione del protagonista è pensierosa, ed inoltre, ha lo sguardo rivolto verso l’esterno della composizione.

In questo lavoro, non è presente alcun animale allegorico, ma solo il santo.

SAN GIOVANNI BATTISTA ROMA (GALLERIA NAZIONALE D’ARTE ANTICA, GALLERIA BORGHESE E COLLEZIONE PRIVATA)

Qui potrete leggere tutte le informazioni su altre tre ulteriori versioni di San Giovanni Battista realizzate da Caravaggio e conservate a Roma, rispettivamente in: Galleria Nazionale d’Arte Antica, la Galleria Borghese ed in una collezione privata.

SAN GIOVANNI BATTISTA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE ANTICA

Qui parleremo del quadro di Caravaggio conservato nella Galleria Nazionale d’Arte Antica a Roma.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1604

Dimensioni: 94 x 131 cm

Dove si trova: Galleria nazionale d’arte antica, Roma

Questo lavoro è stato realizzato nel 1604, e presenta un San Giovanni Battista sempre giovane, seduto e circondato da un paesaggio naturale, appena visibile.

Il busto del protagonista è leggermente sbilanciato verso destra, mentre lo sguardo è rivolto verso sinistra, all’esterno della tela.

Non è presente alcun elemento che permetta di identificare il ragazzo come San Giovanni Battista, se non la croce di canne appoggiata sul tavolo, a cui il protagonista tende con una mano.

Non è presente la pelle di cammello già vista in altre rappresentazioni, ma solo il mantello rosso che copre una gamba ed un braccio del protagonista.

In questa versione sono da tenere in considerazione diversi dettagli: le mani del santo sono rovinate e rugose; il volto ed il busto sono molto chiari, se non addirittura pallidi ed estremamente realistici.

Quest’ultimo elemento è molto interessante, poiché indica che, per tale ritratto, ha posato un ragazzo in carne ed ossa; questa è una critica ai pittori antichi, i quali idealizzavano le figure dei santi, allontanandosi dal loro reale aspetto.

SAN GIOVANNI BATTISTA GALLERIA BORGHESE

Qui potrete leggere tutte le informazioni e dettagli sul San Giovanni Battista Caravaggio conservato alla Galleria Borghese di Roma.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1610

Dimensioni: 159 x 124 cm

Dove si trova: Galleria Borghese, Roma

Questo olio su tela è stato realizzato come dono per il Cardinale Scipione Borghese, al fine di eliminare la precedente condanna a morte di Caravaggio, firmata dallo stesso cardinale in precedenza.

Questo San Giovanni Battista è molto differente dai precedenti, poiché, piuttosto che contenere elementi biblici, presenta invece tanti riferimenti alla pericolosa situazione in cui versava Caravaggio.

Secondo molti studiosi, il protagonista, si presenterebbe come un Buon Pastore che sta chiedendo al Cardinale di essere perdonato, il quale, dopo aver sbagliato, è tornato sul sentiero della rettitudine.

Caravaggio, dipinge il protagonista in una posizione specifica che possa ricordare al Cardinale di firmare per la sua salvezza.

Con una mano ferma quella sinistra, la quale tradizionalmente è negativa, e che, inoltre, avrebbe firmato simbolicamente in precedenza la condanna a morte di Caravaggio; ora, grazie all’aiuto della mano destra, simbolo della pietà, stringe il polso, cancellando tale supplizio.

Sulla sinistra della composizione c’è un animale: si tratta di una pecora degli Appennini, (e non un ariete) di solito presente in diversi quadri con San Giovanni Battista.

Quest’opera risulterà fatale per Caravaggio, poiché gli verrà sottratta mentre si dirige verso Roma per donarlo al cardinale Scipione, e nel tentativo di recuperarlo, morirà.

SAN GIOVANNI BATTISTA COLLEZIONE PRIVATA ROMA

Qui potrete leggere tutto ciò che riguarda il misterioso quadro di San Giovanni Battista realizzato da Caravaggio e conservato a Roma.

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“San Giovanni Battista che nutre l’agnello” Caravaggio

Data di realizzazione: XVII secolo

Dimensioni: 78 x 122 cm

Dove si trova: Collezione privata

Si hanno le prime informazioni su quest’opera nel 1951, quando una società di trasporti lo porta a Roma, con il titolo di San Giovanni Battista con canna ed Agnello.

Viene valutato ed attribuito a Caravaggio; poi viene conservato fino al 1958 nella Galleria d’Arte antica a Roma, ma qualche tempo dopo, l’originario proprietario dell’opera, Franco Russo, scoperta l’attribuzione dell’opera a Caravaggio, rivuole indietro la rivuole indietro, e la giustizia gli permette di rientrare in possesso del capolavoro.

Da quel momento, questo misterioso quadro scompare e non si hanno più informazioni fino al 1998, quando, in occasione del centenario della Galleria Russo, l’opera viene esposta al grande pubblico, dando la possibilità agli studiosi, di studiare dal vivo questo misterioso lavoro.

Dopo innumerevoli analisi da parte di esperti del settore, il quadro viene catalogato come originale di Caravaggio e non una copia.

In questa composizione appaiono i tipici attributi di San Giovanni Battista: dietro il busto si nota la pelliccia di cammello, inoltre, il suo corpo è avvolto da un lungo mantello rosso, e poi, mentre con una mano offre da mangiare ad un agnello (simbolo di Cristo); con l’altra, regge la tradizionale croce fatta di canne.

L’inconfondibile chiaroscuro e la similarità con altri lavori di Caravaggio, sono state caratteristiche fondamentali che hanno permesso di identificare questo capolavoro come un ulteriore prodotto del Merisi.

SAN GIOVANNI BATTISTA MALTA

Qui potrete leggere tutte le informazioni sul quadro di Caravaggio Malta, quali data di realizzazione, dimensioni, luogo di conservazione, storia e descrizione.

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“San Giovanni Battista alla sorgente” Caravaggio

Data di realizzazione: 1607-1608

Dimensioni: 100 x 73 cm

Dove si trova: Collezione privata, La Valletta

Questo è uno dei più importanti lavori che Caravaggio a Malta realizza, ma l’attribuzione di questo quadro al Merisi è ancora oggetto di discussioni.

A Malta Caravaggio realizzò questo importante quadro nel periodo in cui entrò a far parte dell’ordine dei Cavalieri di Malta, diventando il loro pittore ufficiale.

Caravaggio, a causa di un crimine ignoto, venne costretto a fuggire dai Cavalieri di Malta: il Gran Maestro dell’Ordine di Malta aveva ordinato l’uccisione di Caravaggio, ma purtroppo, non si hanno sufficienti elementi per capire quale fosse il crimine di cui si era macchiato il pittore.

Il quadro, ha subito innumerevoli danni negli ultimi anni, ma nonostante ciò, diversi critici hanno avuto la possibilità di studiare questo lavoro maltese di Caravaggio, attribuendo a quest’ultimo la paternità dell’opera.

Gli elementi che hanno permesso di identificare in quest’opera la mano di Caravaggio sono: la somiglianza del corpo del protagonista con quello dell’Amorino dormiente (altra opera di Caravaggio) e l’eccezionale chiaroscuro che contraddistingue tutti i quadri di questo artista.

San Giovanni che beve alla fonte, si riferisce ad una tradizione iconografica prettamente evangelica, secondo cui, il santo, durante il periodo in cui si trovava nel deserto, bevve unicamente acqua.

Nella parte alta dell’opera, si scorge un cielo scuro e denso di nuvole.

SAN GIOVANNI BATTISTA MONACO

Qui potrete leggere tutte le informazioni sul San Giovanni Battista disteso conservato a Monaco.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1610

Dimensioni: 106 x 180 cm

Dove si trova: Collezione privata, Monaco di Baviera

Questo lavoro è stato commissionato dal cardinale Scipione Borghese, insieme al San Giovanni Battista oggi conservato nella collezione Borghese ed un quadro avente per soggetto Maria Maddalena.

I tre quadri sarebbero dovuti giungere insieme al pittore, da Napoli a Roma, ma il viaggio risultò fatale per Caravaggio.

Il cardinale, riuscì a riprendere unicamente il San Giovanni Battista della Galleria Borghese, mentre l’altro venne preso da Pedro Fernàndez de Castro, viceré di Napoli.

Successivamente, dalle mani di Pedro de Castro, arrivò a Madrid, e da lì in America Latina, per poi essere ripreso, poco prima della seconda guerra mondiale, da una donna argentina e portato a Monaco di Baviera.

In quest’opera, San Giovanni viene ritratto sdraiato, ricordando la stessa posizione della Venere d’Urbino di Tiziano.

Gli elementi che hanno permesso di identificare nel giovane la figura di San Giovanni, sono il tradizionale mantello rosso e la croce di canne appoggiata in primo piano.

Il protagonista si trova dietro una montagna, dove si scorge qualche fiore e delle piante; San Giovanni rivolge il proprio sguardo all’esterno della tela, con un atteggiamento pensieroso.

Il colore pallido della pelle di San Giovanni è in netto contrasto con l’oscurità dell’ambiente circostante.

San Giovanni Battista di Caravaggio: analisi completa dei quadri
ArteWorld.



Fonte: http://www.arteworld.it/san-giovanni-battista-caravaggio-analisi/

San Giovanni Battista di Caravaggio: analisi completa dei quadri

San Giovanni Battista di Caravaggio: analisi completa dei quadri
ArteWorld.

Andiamo a conoscere una serie di opere di Caravaggio, che, pur avendo tutti lo stesso titolo, in realtà presentano delle caratteristiche molto diverse. I dipinti di Caravaggio sono considerati tra i lavori più importanti e famosi della storia dell’arte moderna e di quella mondiale; oggi, studieremo la serie di opere intitolate San Giovanni Battista Caravaggio .

San Giovanni è un personaggio ricorrente nella produzione artistica di Caravaggio, come abbiamo già potuto vedere all’interno della decollazione di san Giovanni Battista Caravaggio , ed oggi scopriremo tutte le opere di Caravaggio avente per protagonista il celebre santo.

SAN GIOVANNI BATTISTA TOLEDO

Qui potrete leggere tutte le informazioni riguardanti il quadro di San Giovanni Battista di Caravaggio conservato a Toledo.

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“San Giovanni Battista” (Giovanni nel deserto) Caravaggio

Data di realizzazione: 1598

Dimensioni: 169 x 112 cm

Dove si trova: Museo Tesoro Catedralicio, Toledo

Questa versione del Caravaggio San Giovanni Battista conservata in Spagna, è ancora oggetto di discussione tra studiosi e critici, i quali, non riescono a confermare pienamente l’attribuzione di questo quadro a Caravaggio.

Molti studiosi pensano che l’opera possa essere stata realizzata da un allievo di Caravaggio, ovvero Bartolomeo Cavarozzi; altri, invece, pensano che si possa trattare di un’opera giovanile del Merisi.

L’opera, secondo le fonti, sarebbe stata realizzata per il priore dell’Ospedale della Consolazione, il quale, in seguito, portò con se l’opera in Spagna.

Neanche quest’ultima affermazione è completamente certificata. Secondo altri studiosi, questo olio su tela potrebbe essere stato realizzato da Caravaggio, mentre si trovava dal Cardinale Francesco Maria del Monte.

In ogni caso, il pittore, rappresenta San giovanni seduto su un mantello rosso: mentre con una mano regge una lunga croce composta essenzialmente da canne, rivolge lo sguardo verso l’agnello seduto al suo fianco.

A circondare il protagonista, sulla sinistra, si trovano delle viti e vari steli pieni di spine: le piante sono dipinte con eccezionale cura ed attenzione, dimostrando la grandissima abilità pittorica dell’artista.

La presenza di foglie di vite, alludono all’uva che è stata utilizzata per realizzare il vino dell’Ultima Cena, ed allo stesso modo, le spine simboleggiano invece l’omonima Corona di spine posta sulla testa di Gesù prima della sua Crocifissione.

Caravaggio, infine, sceglie di andare contro la tradizione pittorica riguardante san Giovanni, rappresentandolo, non come un semplice bambino in compagnia della Vergine e Gesù Bambino, e neanche nell’atto di battezzare lo stesso Gesù, ma semplicemente, come un pastore pensieroso.

SAN GIOVANNI BATTISTA ROMA

Qui potrete leggere tutte le informazioni riguardanti i San Giovanni Caravaggio conservati a Roma: una versione è conservata ai Musei Capitolini, mentre l’altra alla Galleria Doria Pamphilj, e sono perfettamente identiche.

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Data di realizzazione: 1602

Dimensioni: 129 x 94 cm

Dove si trovano: Musei Capitolini e Galleria Doria Pamphilj, Roma

Questo lavoro, che non ha per soggetto la decollazione del Battista , è stata commissionata dal banchiere Ciriaco Mattei, insieme alla celebre Cena in Emmaus.

L’opera, negli anni successivi al suo completamento, giunge nelle collezioni del cardinale Francesco Maria del Monte, per poi essere venduta a papa Benedetto XIV, ed infine, arriva ai Musei Capitolini.

Da quel momento si perdono le tracce di questo importante lavoro di Caravaggio, ma nel 1950 viene ritrovato, e torna definitivamente ai Musei Capitolini.

In questo Caravaggio Musei Capitolini, San Giovanni non è rappresentato ne come un bambino ne tantomeno nell’atto di battezzare Gesù; il pittore sceglie di dipingerlo come un ragazzo con un braccio attorno al collo di un ariete e con lo sguardo rivolto verso lo spettatore.

Caravaggio, per la posizione del soggetto di questo S Giovanni Battista Roma si ispira alla Sibilla Eritrea realizzata da Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina, migliorandola sotto ogni aspetto, attraverso il giusto utilizzo di colori e giochi di luce.

Il ragazzo protagonista di questo quadro è molto simile a Cecco, protagonista già in precedenza di Amor vincit omnia di Caravaggio.

Nella composizione non sono presenti sufficienti elementi che permettano di identificare nel ragazzo la figura di San Giovanni Battista, se non il piccolo mantello rosso e la pelle di cammello, la quale è posta sotto il protagonista.

L’animale, secondo vari studiosi, più che un ariete, dovrebbe rappresentare un agnello: se fosse così, allora, simboleggerebbe Cristo come agnello giunto tra gli uomini per redimere i loro peccati.

Spostando l’attenzione sul movimento del piccolo San Giovanni ovvero l’abbraccio fraterno verso l’ariete, indicherebbe la fondamentale importanza di San Giovanni per Gesù, elevandolo a vero e proprio fratello e non un semplice cugino.

Secondo un’altra interpretazione, l’agnello potrebbe rappresentare anche la dissolutezza del sacrificio:ed in questo caso, alcuni elementi potrebbero supportare questa ipotesi, come la nudità del protagonista che ricorda quella delle vittime sacrificali, la presenza dell’ariete (spesso utilizzato come animale sacrificale) ed il fatto che sono seduti entrambi su un supporto di legno, che ricorda la pira su cui venivano effettuati in antichità i sacrifici.

La nudità del protagonista e l’utilizzo da parte di Caravaggio, della stessa posizione della Sibilla realizzata da Michelangelo, suggerirebbe una rappresentazione ironica da parte di Caravaggio.

Quest’opera, ebbe grandissimo successo fin da subito; per questo motivo, venne commissionata a Caravaggio una copia del lavoro, oggi conservata alla Galleria Doria Pamhilj.

SAN GIOVANNI BATTISTA KANSAS CITY

Qui potrete leggere tutte le informazioni riguardanti il quadro su San Giovanni Battista realizzato da Caravaggio e conservato a Kansas City.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1604

Dimensioni: 173 x 133 cm

Dove si trova: Museo Nelson-Atkins, Kansas City

Questo lavoro venne commissionato a Caravaggio dal banchiere Ottavio Costa.

La destinazione privata dell’opera, permise al pittore di avere maggiore libertà di rappresentazione: in questo modo, scelse di andare contro i tradizionali ritratti del santo, introducendo delle caratteristiche innovative.

Questo quadro conservato a Kansas City è uno tra i più conosciuti tra tutte le opere del Caravaggio, e per molti aspetti, ricorda molto quello di Toledo.

Il forte chiaroscuro mette in risalto San Giovanni, il quale è appoggiato su un supporto, coperto in gran parte da un mantello rosso;  sul braccio e sulla gamba si scorge una parte di pelle di cammello.

Con una mano regge la semplice croce fatta di canne ed intorno a lui, ci sono alberi e piante.

L’espressione del protagonista è pensierosa, ed inoltre, ha lo sguardo rivolto verso l’esterno della composizione.

In questo lavoro, non è presente alcun animale allegorico, ma solo il santo.

SAN GIOVANNI BATTISTA ROMA (GALLERIA NAZIONALE D’ARTE ANTICA, GALLERIA BORGHESE E COLLEZIONE PRIVATA)

Qui potrete leggere tutte le informazioni su altre tre ulteriori versioni di San Giovanni Battista realizzate da Caravaggio e conservate a Roma, rispettivamente in: Galleria Nazionale d’Arte Antica, la Galleria Borghese ed in una collezione privata.

SAN GIOVANNI BATTISTA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE ANTICA

Qui parleremo del quadro di Caravaggio conservato nella Galleria Nazionale d’Arte Antica a Roma.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1604

Dimensioni: 94 x 131 cm

Dove si trova: Galleria nazionale d’arte antica, Roma

Questo lavoro è stato realizzato nel 1604, e presenta un San Giovanni Battista sempre giovane, seduto e circondato da un paesaggio naturale, appena visibile.

Il busto del protagonista è leggermente sbilanciato verso destra, mentre lo sguardo è rivolto verso sinistra, all’esterno della tela.

Non è presente alcun elemento che permetta di identificare il ragazzo come San Giovanni Battista, se non la croce di canne appoggiata sul tavolo, a cui il protagonista tende con una mano.

Non è presente la pelle di cammello già vista in altre rappresentazioni, ma solo il mantello rosso che copre una gamba ed un braccio del protagonista.

In questa versione sono da tenere in considerazione diversi dettagli: le mani del santo sono rovinate e rugose; il volto ed il busto sono molto chiari, se non addirittura pallidi ed estremamente realistici.

Quest’ultimo elemento è molto interessante, poiché indica che, per tale ritratto, ha posato un ragazzo in carne ed ossa; questa è una critica ai pittori antichi, i quali idealizzavano le figure dei santi, allontanandosi dal loro reale aspetto.

SAN GIOVANNI BATTISTA GALLERIA BORGHESE

Qui potrete leggere tutte le informazioni e dettagli sul San Giovanni Battista Caravaggio conservato alla Galleria Borghese di Roma.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1610

Dimensioni: 159 x 124 cm

Dove si trova: Galleria Borghese, Roma

Questo olio su tela è stato realizzato come dono per il Cardinale Scipione Borghese, al fine di eliminare la precedente condanna a morte di Caravaggio, firmata dallo stesso cardinale in precedenza.

Questo San Giovanni Battista è molto differente dai precedenti, poiché, piuttosto che contenere elementi biblici, presenta invece tanti riferimenti alla pericolosa situazione in cui versava Caravaggio.

Secondo molti studiosi, il protagonista, si presenterebbe come un Buon Pastore che sta chiedendo al Cardinale di essere perdonato, il quale, dopo aver sbagliato, è tornato sul sentiero della rettitudine.

Caravaggio, dipinge il protagonista in una posizione specifica che possa ricordare al Cardinale di firmare per la sua salvezza.

Con una mano ferma quella sinistra, la quale tradizionalmente è negativa, e che, inoltre, avrebbe firmato simbolicamente in precedenza la condanna a morte di Caravaggio; ora, grazie all’aiuto della mano destra, simbolo della pietà, stringe il polso, cancellando tale supplizio.

Sulla sinistra della composizione c’è un animale: si tratta di una pecora degli Appennini, (e non un ariete) di solito presente in diversi quadri con San Giovanni Battista.

Quest’opera risulterà fatale per Caravaggio, poiché gli verrà sottratta mentre si dirige verso Roma per donarlo al cardinale Scipione, e nel tentativo di recuperarlo, morirà.

SAN GIOVANNI BATTISTA COLLEZIONE PRIVATA ROMA

Qui potrete leggere tutto ciò che riguarda il misterioso quadro di San Giovanni Battista realizzato da Caravaggio e conservato a Roma.

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“San Giovanni Battista che nutre l’agnello” Caravaggio

Data di realizzazione: XVII secolo

Dimensioni: 78 x 122 cm

Dove si trova: Collezione privata

Si hanno le prime informazioni su quest’opera nel 1951, quando una società di trasporti lo porta a Roma, con il titolo di San Giovanni Battista con canna ed Agnello.

Viene valutato ed attribuito a Caravaggio; poi viene conservato fino al 1958 nella Galleria d’Arte antica a Roma, ma qualche tempo dopo, l’originario proprietario dell’opera, Franco Russo, scoperta l’attribuzione dell’opera a Caravaggio, rivuole indietro la rivuole indietro, e la giustizia gli permette di rientrare in possesso del capolavoro.

Da quel momento, questo misterioso quadro scompare e non si hanno più informazioni fino al 1998, quando, in occasione del centenario della Galleria Russo, l’opera viene esposta al grande pubblico, dando la possibilità agli studiosi, di studiare dal vivo questo misterioso lavoro.

Dopo innumerevoli analisi da parte di esperti del settore, il quadro viene catalogato come originale di Caravaggio e non una copia.

In questa composizione appaiono i tipici attributi di San Giovanni Battista: dietro il busto si nota la pelliccia di cammello, inoltre, il suo corpo è avvolto da un lungo mantello rosso, e poi, mentre con una mano offre da mangiare ad un agnello (simbolo di Cristo); con l’altra, regge la tradizionale croce fatta di canne.

L’inconfondibile chiaroscuro e la similarità con altri lavori di Caravaggio, sono state caratteristiche fondamentali che hanno permesso di identificare questo capolavoro come un ulteriore prodotto del Merisi.

SAN GIOVANNI BATTISTA MALTA

Qui potrete leggere tutte le informazioni sul quadro di Caravaggio Malta, quali data di realizzazione, dimensioni, luogo di conservazione, storia e descrizione.

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“San Giovanni Battista alla sorgente” Caravaggio

Data di realizzazione: 1607-1608

Dimensioni: 100 x 73 cm

Dove si trova: Collezione privata, La Valletta

Questo è uno dei più importanti lavori che Caravaggio a Malta realizza, ma l’attribuzione di questo quadro al Merisi è ancora oggetto di discussioni.

A Malta Caravaggio realizzò questo importante quadro nel periodo in cui entrò a far parte dell’ordine dei Cavalieri di Malta, diventando il loro pittore ufficiale.

Caravaggio, a causa di un crimine ignoto, venne costretto a fuggire dai Cavalieri di Malta: il Gran Maestro dell’Ordine di Malta aveva ordinato l’uccisione di Caravaggio, ma purtroppo, non si hanno sufficienti elementi per capire quale fosse il crimine di cui si era macchiato il pittore.

Il quadro, ha subito innumerevoli danni negli ultimi anni, ma nonostante ciò, diversi critici hanno avuto la possibilità di studiare questo lavoro maltese di Caravaggio, attribuendo a quest’ultimo la paternità dell’opera.

Gli elementi che hanno permesso di identificare in quest’opera la mano di Caravaggio sono: la somiglianza del corpo del protagonista con quello dell’Amorino dormiente (altra opera di Caravaggio) e l’eccezionale chiaroscuro che contraddistingue tutti i quadri di questo artista.

San Giovanni che beve alla fonte, si riferisce ad una tradizione iconografica prettamente evangelica, secondo cui, il santo, durante il periodo in cui si trovava nel deserto, bevve unicamente acqua.

Nella parte alta dell’opera, si scorge un cielo scuro e denso di nuvole.

SAN GIOVANNI BATTISTA MONACO

Qui potrete leggere tutte le informazioni sul San Giovanni Battista disteso conservato a Monaco.

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“San Giovanni Battista” Caravaggio

Data di realizzazione: 1610

Dimensioni: 106 x 180 cm

Dove si trova: Collezione privata, Monaco di Baviera

Questo lavoro è stato commissionato dal cardinale Scipione Borghese, insieme al San Giovanni Battista oggi conservato nella collezione Borghese ed un quadro avente per soggetto Maria Maddalena.

I tre quadri sarebbero dovuti giungere insieme al pittore, da Napoli a Roma, ma il viaggio risultò fatale per Caravaggio.

Il cardinale, riuscì a riprendere unicamente il San Giovanni Battista della Galleria Borghese, mentre l’altro venne preso da Pedro Fernàndez de Castro, viceré di Napoli.

Successivamente, dalle mani di Pedro de Castro, arrivò a Madrid, e da lì in America Latina, per poi essere ripreso, poco prima della seconda guerra mondiale, da una donna argentina e portato a Monaco di Baviera.

In quest’opera, San Giovanni viene ritratto sdraiato, ricordando la stessa posizione della Venere d’Urbino di Tiziano.

Gli elementi che hanno permesso di identificare nel giovane la figura di San Giovanni, sono il tradizionale mantello rosso e la croce di canne appoggiata in primo piano.

Il protagonista si trova dietro una montagna, dove si scorge qualche fiore e delle piante; San Giovanni rivolge il proprio sguardo all’esterno della tela, con un atteggiamento pensieroso.

Il colore pallido della pelle di San Giovanni è in netto contrasto con l’oscurità dell’ambiente circostante.

San Giovanni Battista di Caravaggio: analisi completa dei quadri
ArteWorld.



Fonte: http://www.arteworld.it/san-giovanni-battista-caravaggio-analisi/

Umberto Boccioni, l’artista del Futurismo italiano in mostra al Mart di Rovereto

boccioni

In occasione del centenario della morte di Umberto Boccioni (1882-1916), Milano ha celebrato l’artista del Futurismo con una grande mostra: dopo il grandissimo successo a Palazzo Reale, la mostra dal titolo “Umberto Boccioni. Genio e memoria” ha una nuova e inedita versione espositiva al Mart di Rovereto.

Dal prossimo 5 novembre al 19 febbraio 2017 potrete dunque riscoprire il percorso artistico di uno dei protagonisti indiscussi dell’avanguardia italiana, grazie anche a documenti inediti e un percorso espositivo ben curato.

Umberto Boccioni è stato pittore e scultore italiano di levatura internazionale, esponente del futurismo: il suo nuovo modo di rappresentare il movimento e i suoi studi sul rapporto tra oggetto e spazio hanno fortemente segnato la pittura e la scultura del XX secolo.

La mostra si sviluppa in ordine cronologico e per nuclei tematici, e mette al centro un eccezionale corpus di disegni, scritti e documenti inediti riemersi recentemente, dove è ben evidente in tutte le sue fasi il percorso stilistico di Boccioni; a fianco a questo nucleo centrale prezioso, saranno esposte anche opere pittoriche e plastiche dell’artista e i modelli da cui è stato influenzato.

L’esposizione presenta circa 150 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo: se a tutto ciò si aggiunge la meravigliosa location del Mart, non potete non andare a farci una visita!

 

Info

MART – Corso Bettini 43 – 38068 Rovereto (TN)
Infoline 800 397760
Orari: mar-dom 10-18, ven 10-21, lun chiuso
5 novembre 2016-19 febbraio 2017

L'articolo Umberto Boccioni, l’artista del Futurismo italiano in mostra al Mart di Rovereto sembra essere il primo su VeraClasse.



Fonte: http://www.veraclasse.it/mostre/umberto-boccioni-lartista-del-futurismo-italiano-mostra-al-mart-rovereto_39121/

Umberto Boccioni, l’artista del Futurismo italiano in mostra al Mart di Rovereto

boccioni

In occasione del centenario della morte di Umberto Boccioni (1882-1916), Milano ha celebrato l’artista del Futurismo con una grande mostra: dopo il grandissimo successo a Palazzo Reale, la mostra dal titolo “Umberto Boccioni. Genio e memoria” ha una nuova e inedita versione espositiva al Mart di Rovereto.

Dal prossimo 5 novembre al 19 febbraio 2017 potrete dunque riscoprire il percorso artistico di uno dei protagonisti indiscussi dell’avanguardia italiana, grazie anche a documenti inediti e un percorso espositivo ben curato.

Umberto Boccioni è stato pittore e scultore italiano di levatura internazionale, esponente del futurismo: il suo nuovo modo di rappresentare il movimento e i suoi studi sul rapporto tra oggetto e spazio hanno fortemente segnato la pittura e la scultura del XX secolo.

La mostra si sviluppa in ordine cronologico e per nuclei tematici, e mette al centro un eccezionale corpus di disegni, scritti e documenti inediti riemersi recentemente, dove è ben evidente in tutte le sue fasi il percorso stilistico di Boccioni; a fianco a questo nucleo centrale prezioso, saranno esposte anche opere pittoriche e plastiche dell’artista e i modelli da cui è stato influenzato.

L’esposizione presenta circa 150 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo: se a tutto ciò si aggiunge la meravigliosa location del Mart, non potete non andare a farci una visita!

 

Info

MART – Corso Bettini 43 – 38068 Rovereto (TN)
Infoline 800 397760
Orari: mar-dom 10-18, ven 10-21, lun chiuso
5 novembre 2016-19 febbraio 2017

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Fonte: http://www.veraclasse.it/mostre/umberto-boccioni-lartista-del-futurismo-italiano-mostra-al-mart-rovereto_39121/

Brexit: perché il voto del parlamento non è una notizia

Il sensazionalismo con cui molti giornali esteri e italiani hanno dato notizia oggi, venerdì 4 novembre, della sentenza dell’Alta Corte di Giustizia del Regno Unito sulla Brexit, è fuori luogo principalmente per un motivo: il referendum del 23 giugno, vinto dal fronte del Leave con il 51,9% dei consensi, non era vincolante ma consultivo. Ciò significa che l’esito della consultazione popolare, per essere convalidato, dovrà essere approvato dal parlamento britannico.

 

Se non vi sarà questa approvazione, il governo guidato dal premier Theresa May non potrà avviare le procedure per uscire dall’Unione Europea. Tutto ciò vale a prescindere dal giudizio dell’Alta Corte di Giustizia britannica, che intervenendo a seguito di un ricorso presentato da un gruppo di persone guidato dall’imprenditrice britannica Gina Miller ha stabilito che il governo non può invocare autonomamente l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che regola le procedure di uscita di un Paese dall’Unione Europea.

 

A caldo, lo scorso 30 giugno, Ciro Sbailò, professore di Diritto Comparato all’UNIKORE di Enna e analista di Lookout News, su Italia Oggi aveva già inquadrato con precisione la situazione. “La notifica da Londra – scriveva – può arrivare solo con l’assenso del parlamento. Ma tale assenso non è automatico. Benché non codificata, la Costituzione del Regno Unito è una delle più rigide del mondo e il suo fondamento è il seguente: il parlamento è sovrano assoluto e niente e nessuno può vincolarne le decisioni […] Il referendum non è una fonte primaria, attivabile dai cittadini, come può esserlo in Italia, a determinate condizioni (raccolta di firme, materia trattata, formulazione dei quesiti ecc.). Esso può risultare giuridicamente vincolante solo se è il parlamento stesso a decidere in tal senso”.

 

Dunque, come previsto dalla Costituzione, l’uscita del Regno Unito dall’UE dipenderà dall’esito del voto della Camera dei Comuni – dove il fronte del Remain può contare non solo del consenso dei laburisti e dei parlamentari scozzesi ma anche di parte dei conservatori – e dal parere della Camera dei Lord, che non ha potere vincolante sul governo ma può comunque ostacolare il percorso della Brexit.

 

Il Regno Unito – concludeva in proposito Sbailò – è una democrazia parlamentare, dove però l’aggettivo è più importante del sostantivo. Nell’Europa continentale, il parlamentarismo è stato storicamente un mezzo per l’affermazione dei principi democratici. La storia britannica (in particolare, quella inglese) è diversa: prima c’è il parlamento, poi, col tempo, si sviluppa la democrazia, che, soprattutto a partire dalle riforme elettorali dell’età vittoriana, diventa uno strumento per legittimare il sistema parlamentare. In conclusione, la partita della Brexit resta interamente politica e ci sono ampi spazi di manovra, sia per le istituzioni della UE sia per il governo e il parlamento del Regno Unito”.

 

British PM Theresa May is welcomed by European Commission President Jean-Claude Juncker at the EC headquarters in Brussels(Il premier britannico May insieme al presidente della Commissione Europea Juncker)

L’iter legislativo 2016-2019

In attesa di conoscere l’esito del ricorso alla Corte Suprema britannica (il tribunale di ultima istanza) annunciato dall’esecutivo della May, ecco l’iter legislativo che il regno Unito seguirà da qui al 2019:

 

Autunno 2016 – Se il parlamento approverà l’esito del referendum, la Brexit verrà notificata al Consiglio europeo. In questa fase è prevista l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, inerente la clausola di recesso dalla UE. Inizia la negoziazione sulle tempistiche di uscita tra governo inglese e Consiglio europeo, organo istituito da Lisbona e composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri UE più il presidente della Commissione (senza potere di voto).

 

2016 – Paesi Bassi, Irlanda e Cipro tendono a essere strettamente allineati con il Regno Unito in termini di obiettivi politici, normativi e commerciali. Sarebbero i primi Paesi esposti alla possibilità di seguire l’iter inglese per uscire dall’Unione Europea.

 

2017 – Il Regno Unito continua a rispettare i trattati e le leggi dell’Unione Europea, ma non prende parte ai processi decisionali dell’Unione, in quanto ha negoziato un accordo di recesso e sono in corso trattative sulle modalità di gestione del suo nuovo rapporto con l’ormai Unione dei 27 Paesi membri.

 

2017 – Teoricamente, il parlamento inglese potrebbe ancora bloccare la Brexit, ma l’ipotesi è remota e dalle conseguenze nefaste per la politica britannica. Secondo la Camera dei Comuni “Se la Camera delibera contro la ratifica, il trattato può ancora essere ratificato se il Governo fornisce una dichiarazione che spiega il motivo per cui il trattato dovrebbe comunque essere ratificato e la Camera dei Comuni non delibera contro la ratifica una seconda volta entro 21 giorni (questo processo può essere ripetuto all’infinito)”.

 

2018 – Il Regno Unito cessa ufficialmente di essere un membro dell’Unione Europea e i rapporti commerciali con il mercato unico vengono regolati in base a quanto previsto dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (al di fuori del mercato unico), con l’applicazione di tariffe su import ed export.

 

2019 – Anche se molto improbabile, il Regno Unito in futuro potrebbe rinegoziare un nuovo ingresso nell’Unione Europea secondo quanto stabilito dall’articolo 49 del Trattato di Lisbona.

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Fonte: http://www.lookoutnews.it/brexit-parlamento-voto/