di Claudio Stellari
Francia, Stretto di Dover. È in corso dall’alba del 24 ottobre lo sgombero della cosiddetta “Jungla di Calais”. Dopo i disordini nella notte creati dagli occupanti del presidio dove da 18 mesi vivono circa 8mila migranti, alle sei del mattino sono arrivati i primi autobus all’interno dell’insediamento nel nord del Paese.
Il presidente Hollande aveva dato ordine di avviare le operazioni alcune settimane fa, dopodiché sono partiti i piani operativi che oggi giungono ad esecuzione. Il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre-Henry Brandet, ha affermato che il governo non intende forzare nessuno, ma solo informare e persuadere i migranti delle varie altre opzioni di accoglienza che offre il Paese. Anche perché “la frontiera con il Regno Unito è totalmente chiusa” ha confermato il ministro. Solo i minori abbandonati saranno accolti da Londra, in caso dimostrassero di avere familiari che risiedono lì, in base a un accordo tra Francia e Regno Unito.
I primi autobus sono già partiti verso i campi di accoglienza e orientamento, denominati CAO. A ognuno dei migranti è stata proposta la scelta fra due dei 450 centri di accoglienza sparsi su tutto il territorio francese e pronti a riceverli. Non tutti, però, vogliono rimanere in Francia. Alcuni vorrebbero raggiungere comunque il Regno Unito, mentre altri stanno per fare rotta verso l’Italia. Secondo il quotidiano Le Figaro, sarebbero 1.250 i poliziotti mobilitati per garantire la sicurezza durante l’evacuazione, che dovrebbe durare circa una settimana.
Quella che appare come una svolta, tuttavia, è solo un altro pezzetto di un ignobile teatrino che va in scena in Europa dagli anni Novanta e sul quale lo scrittore francese Emmanuel Carrère scrive: “Ci sono molti incidenti, spesso mortali, e anche chi ce la fa, una volta giunto al porto, ha pochissime probabilità di superare la dogana perché i controlli sono sempre più sofisticati: cani, infrarossi, termo-rilevatori e rilevatori del battito cardiaco. È un incubo per tutti: per i migranti, per i CRS (agenti anti-sommossa, ndr), per i camionisti e per gli automobilisti che temono ora di essere aggrediti da un migrante ora di investirne uno – ennesima variante, estremamente semplificata, dell’opposizione tra chi è pro e chi è contro”.
TIMELINE DEGLI EVENTI
1996: A causa dello scoppio della guerra in Kosovo, un gran numero di persone cerca di spostarsi dai Balcani verso l’Europa centrale per chiedere asilo politico. Molti migranti puntano a raggiungere il Regno Unito per ricongiungersi con i parenti o per ragioni economiche: il passaggio quasi obbligato è il porto di Calais.
1999: Aumenta il numero di rifugiati a Calais. Apertura del “centro di alloggio e accoglienza umanitaria” in un hangar lontano dalla città, sul territorio del comune di Sangatte. Questo hangar accoglierà fino a 2.000 persone.
2002: Chiusura del centro di Sangatte da parte di Nicolas Sarkozy, ministro dell’Interno. Questa chiusura avrebbe dovuto regolare la questione della presenza degli esiliati a Calais, ma 13 anni dopo sono ancora là.
2003: Stipula del Trattato di Le Touquet per organizzare i controlli alla frontiera franco-britannica. Il Trattato stabilisce, di fatto, che le frontiere francesi siano sorvegliate dagli inglesi e quelle inglesi dai francesi.
2009: Forte aumento fino a luglio del numero di esuli, in prevalenza afghani, presenti a Calais. La maggior parte degli insediamenti viene evacuato e poi distrutto tra settembre e ottobre. L’iniziativa è chiamata “Chiusura della jungla di Calais” il 22 settembre dal ministro dell’Immigrazione e dell’identità nazionale, Éric Besson. Segue la firma di una nuova disposizione franco-britannica sulla ripartizione dei costi di messa in sicurezza del porto e dei controlli alla frontiera.
(Le concentrazioni di tendopoli a Calais nel luglio 2015)
2013: Aumento graduale del numero di esuli a Calais in autunno, in corrispondenza dell’aumento del numero di persone che attraversano il Mediterraneo (200.000 esuli arrivano in Italia nel 2014, 3.000 raggiungono Calais).
2014: L’anno più critico e mortale dopo la chiusura di Sangatte. A causa della difficoltà del passaggio, gli esuli si prendono sempre più rischi per tentare di raggiungere il Regno Unito, le tensioni si esacerbano. Dopo le espulsioni di tre accampamenti situati vicino al centro di Calais a maggio, una parte dei migranti si sposta alla periferia di Calais mentre il prefetto li invita a occupare nuovi terreni. Gli altri migranti occupano per protesta il luogo organizzato per la distribuzione dei pasti, vicino al centro-città, evacuato il 2 luglio in modo violento (600 arresti, 200 detenzioni). La maggior parte dei migranti raggiunge la periferia, negli accampamenti attuali. Le associazioni umanitarie e i No Borders aprono un grande insediamento nel centro-città il 12 luglio, mentre le autorità decidono di raggruppare un certo numero di servizi fuori dalla città, al di là della tangenziale (campo Jules Ferry) e di raggruppare i migranti sul sito di una vecchia discarica situata in prossimità. A settembre arriva l’annuncio del sindaco di Calais e del governo dell’apertura di un centro diurno per i migranti, che concentra qui i servizi già esistenti. In modo ufficioso, le autorità fanno sapere alle associazioni che i migranti dovranno installarsi attorno al centro diurno, in una zona tollerata. Un nuovo accordo franco-britannico istituisce un fondo comune per la messa in sicurezza del porto e il rafforzamento della politica di controlli.
(Le concentrazioni di tendopoli a Calais nel marzo 2016)
2015: A gennaio finiscono le distribuzioni dei pasti agli esuli in centro-città e il servizio viene avviato nel campo Jules Ferry. A marzo l’ultimatum delle autorità informa che i migranti hanno fino al 31 marzo per trasferirsi volontariamente presso la vecchia discarica vicino al campo Jules Ferry e, in caso contrario, saranno espulsi dalla polizia. Con l’arrivo dell’estate, aumenta il numero dei migranti in arrivo a Calais.
2016: la situazione non migliora. A febbraio s’interrompe la demolizione di una parte della “Jungla”, mentre a marzo riprendono gli sgomberi con violenti scontri tra polizia, attivisti inglesi e il gruppo No Borders, che appicca il fuoco alle strutture.
(Fonte Reuters)
L'articolo Calais, la “jungla” scandalo di Francia sgomberata. La timeline degli eventi sembra essere il primo su .
Fonte:
http://www.lookoutnews.it/calais-jungla-migranti-timeline/