lunedì 10 ottobre 2016

Siria: i servizi segreti al servizio di Bashar Assad

Come sempre accade in Medio Oriente, l’intelligenceha di solito due ruoli: mantenere la stabilità politica interna di un regime, sempre messa in forse dalle lotte settarie; gestire la politica estera con la necessaria durezza. Dalla fine del secondo conflitto mondiale, i servizi segreti mediorientali sono i veri attori delle relazioni internazionali dei loro Paesi, mentre i ministri ufficialmente competenti hanno nella maggior parte dei casi ruoli di semplice rappresentanza nelle assise mondiali.

 

Se Winston Churchill notava che “gli ambasciatori stanno zitti in almeno sei lingue diverse” si potrebbe aggiungere che in Medio Oriente, anche oggi, gli ambasciatori devono stare zitti nel modo più poliglotta possibile.

 

Nella situazione di costante instabilità che contraddistingue il Medio Oriente dall’inizio delle primavere arabe nel 2011, il caso più interessante da indagare è quello dei servizi segreti siriani, soprattutto se si analizzano i cambiamenti che hanno registrato al loro interno con il passaggio della presidenza da Hafez Assad al figlio Bashar Assad, un oculista specializzatosi a Londra arrivato al potere quasi per caso. Bashar era infatti stato escluso dalla carriera politica dal padre che aveva indicato come suo successore il figlio maggiore, Bassel, morto nel 1994.

 

Storia

La struttura dei servizi siriani (Mukhabarat) è stata costituita dalle autorità mandatarie francesi, mentre la distribuzione delle sue agenzie e dei suoi reparti si è sempre adattata alla dimensione tribale e personalistica del potere. Queste caratteristiche sono rimaste tali anche dopo il golpe con il partito Baath è salito al potere nel 1963. Dopo il colpo di stato si è assistito però alla creazione di un nuovo servizio molto centralizzato ma in cui i singoli capi-struttura hanno iniziato a pretendere dai loro sottoposti fedeltà nei loro confronti piuttosto che nei confronti dello Stato.

 

Durante la presidenza di Hafez Assad prima e Bashar Assad poi, i servizi segreti siriani sono stati dominati dai clanfamigliari e religiosi legati al regime, da cui dipendono gerarchie, equilibri di potere interni e reclutamento di nuove leve. Fino a prima dello scoppio della guerra civile nel 2011, gli Assad hanno però garantito anche all’interno dei servizi segreti la rappresentanza di tutte le etnie e religioni presidenti nel Paese, affidando le direzioni delle varie sezioni ad alawiti ovviamente, ma anche in minor parte a cristiani, armeni, copti e perfino sunniti.

 Hafez_Bashar_Assad(Damasco, giugno 2000: manifestanti inneggiano a Bashar e Hafez Assad)

 

Un ruolo molto influente nella designazione di questo equilibri lo ha storicamente avuto la Russia. Con il suo ingresso nella grande guerra in corso in Medio Oriente, Mosca ha costituito in Iraq un centro di coordinamento tra i servizi segreti iracheni, russi, siriani e iraniani, finalizzato allo scambio di informazioni sullo Stato Islamico e sui passaggi di terroristi da un Paese all’altro. L’intelligence militare russa, il vecchio GRU, coordina in Siria gli attacchi aerei e terrestri siro-iraniani contro il Califfato e contro i ribelli anti-Assad, raccogliendo al contempo notizie riservate sugli apparati israeliani che operano nelle alture del Golan.

 

In quest’ottica, quello siriano resta principalmente un servizio interno, mostrandosi però capace – anche in una fase di oggettiva debolezza del regime di Assad come quella attuale – per fornire supporto logistico e tattico a russi e iraniani sul terreno degli scontri, ma anche per agire con forze militari di élite.

 

La suddivisione

Le branche generali del servizi segreti siriani sono quattro, interconnesse tra di loro soprattutto tramite la presidenza e il partito Baath: intelligence dell’aviazione, intelligence militare, Direttorato Generale dell’Intelligence, intelligence politica. Ognuna delle quattro branche è formata da diversi settori o reparti. La seconda e la quarta branchia sono quelle più “dure” nei rapporti con la popolazione: le loro divisioni principali sono i centri per gli interrogatori, le cosiddette “cellule” e le unità operative, quest’ultime quasi sempre “miste” e finalizzate a specifiche attività informative sul terreno. La quarta branchia, ovvero quella politica, dispone di agenti e informatori infiltrati in maniera estremamente ramificata in ogni fascia della popolazione. Tra operativi e informatori stabili o occasionali, si calcola che almeno un cittadino su venti abbia a che fare per lavoro con il questa branchia dei servizi segreti siriani.

 

Pensare, come ritengono molti Paesi occidentali, di organizzare “rivolte democratiche” o “primavere” varie senza sapere che in ogni più piccola manifestazione negli Stati del Medio Oriente ci sono almeno tre infiltrati del regime, è dimostrazione di pericolosa ingenuità. Settori o anche semplici filiali di ognuno dei quattro servizi sono presenti in tutte le strutture delle forze armate siriane, dove raccolgono dati e informazioni sul personale interno, sulle famiglie dei militari e sul clima politico delle aree in cui essi operano.

 

L’intelligence dell’Aviazione

L’intelligencedell’Aviazione, il vero asse portante del regime alawita degli Assad (non a caso Hafez Assad era un aviatore) è formato da: un Reparto Amministrativo; un Settore Informazioni, che si occupa di analisi e di controllo del web, oltre che dei gruppi politici e religiosi; un Reparto Interrogazioni, la struttura ufficiale di tutto il sistema dell’intelligence nel suo complesso, anche se ogni “divisione” ha il suo gruppo di inquisitori; un Settore Aeroporti, che garantisce la sicurezza degli aerei sui vola il presidente e delle sue visite all’interno del Paese e all’estero; un Reparto Operazioni, che si occupa di azioni sia all’estero che all’interno, comprese quelle che coinvolgono l’aviazione e i rapporti con i servizi stranieri; un Reparto Operazioni Speciali. Si tratta, quindi, di una struttura che collabora e sostiene le altre quando, per usare una vecchia battuta cinematografica, “il gioco si fa duro e i duri cominciano a giocare”. Le sei divisioni che fanno parte dell’intelligence dell’Aviazione hanno sede a Damasco, mentre loro filiali sono presenti in tutti i governatorati del Paese.

 

L’intelligence militare

L’intelligence militare ha sede primaria a Damasco. Ognuno dei suoi reparti dispone di un comando regionale. I reparti sono indicati con delle cifre: 291, settore amministrativo e quartier generale; 293, controllo degli ufficiali, con il suo direttore che ha accesso diretto al presidente Assad; 294, controllo delle divisioni militari eccetto la Difesa Aerea e l’Aviazione, elaborazione di relazioni sulla preparazione al combattimento delle unità, valutazione della fedeltà al regime da parte delle forze armate; 235, conosciuto come Palestine Branch, coordina le operazioni di intelligencecontro Israele e nei confronti dei gruppi della resistenza palestinese sia sul piano esterno che interno; 235, si occupa dei movimenti islamici jihadisti e dei rifugiati palestinesi; 211, lavora sul web, monitora e raccoglie notizie dai siti (la soluzione più economica per un servizio che ha poca risorse da inviare all’estero) censurando quelli più avversi al regime; 225, monitora le telecomunicazioni cooperano con il reparto 211; 248, si occupa degli interrogatori di “testimoni” politicamente rilevanti, opera anche insieme al corrispondente reparto dell’Aviazione; 215 e 216, compiono raid su obiettivi riservati; 220, opera sulle Alture del Golan.

 

ASSAD (Il presidente Assad a cena con dei militari a Damasco, gennaio 2016)

 

Direttorato Generale dell’Intelligence

All’interno del Direttorato Generale dell’intelligence operano le seguenti sezioni: 111, si occupa di amministrazione e ospita il quartier generale; 251, monitora i gruppi politici e religiosi e i gruppi armati avversi al regime, lavora a stretto contatto con il reparto 235 dell’intelligence dell’Aviazione per indagare sul terrorismo antialawita e antisciita; 255, si occupa della propaganda politica; 279, si occupa di coordinamento tra tutte le sezioni dell’intelligencesiriana e mette in correlazione i servizi di Bashar Assad con le agenzie estere (alleate o al servizio di Paesi nemici).

 

Intelligence Politica

Le divisioni dell’intelligence politica sono le seguenti: il settore prigioni, cheopera nelle carceri per reclutare informatori e infiltrare i movimenti contrari al regime; il settore permessi, che rilascia autorizzazioni sia commerciali che per possedere tv, radio o siti internet; il settore rischi,che monitora i singoli cittadini inquadrandone le caratteristiche sia professionali sia ideologiche; il settore addestramento,che seleziona, addestra e motiva informatori civili per interrogatori non-violenti e per “operazioni psicologiche”.

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Impruneta, Fiera di San Luca 2016: date quando c'è l'evento, orari, prezzo dei biglietti, programma e tutte le informazioni utili su come arrivare [...]

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Trump, i maschi, la clava e l'oggetto

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Lookout News Magazine – Speciale Pace in Colombia

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La generazione degli anni Duemila per il ritorno della Quadriennale d'arte

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Torna dopo otto anni di assenza la Quadriennale d’arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal titolo “Altri tempi, altri miti". Tante novità a partire dagli 11 curatori under 40 per arrivare ai 99 artisti espressione degli anni Duemila. [...]

Autore: spreadgonzales | Categoria: Cultura e Spettacoli | Voti: 1 - Commenti: 0


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I due errori di Matteo Renzi sul referendum costituzionale

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Dal 1992 il conto è presto fatto: cinque primi ministri britannici, quattro presidenti della repubblica francese, addirittura tre cancellieri tedeschi ma, in Italia, quattordici presidenti del consiglio. Quattordici! Nemmeno la Grecia ha conosciuto un’instabilità maggiore (ad Atene “solo” undici governi in 25 anni). Basta uno sguardo fuori dei confini per vedere che l’Italia è da record, non ci so [...]

Autore: Leonardo78 | Categoria: Politica | Voti: 3 - Commenti: 0


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ONU: chi è il nuovo segretario generale Antonio Guterres

L’ex primo ministro del Portogallo Antonio Guterres sarà il nuovo segretario generale delle Nazioni Unite. La sua nomina, su cui erano iniziate a circolare conferme già ieri, è stata confermata formalmente oggi, giovedì 6 ottobre, con un voto per acclamazione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e adesso dovrà essere ratificata dall’Assemblea Generale.

 

Guterres sostituirà il sudcoreano Ban Ki-moon all’inizio del prossimo anno. Ha battuto la concorrenza di altri nove candidati. Dietro di lui si sono classificati il serbo Vuk Jeremic, ex presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, e lo slovacco Miroslav Lajcak.

 

Anche per il prossimo quinquennio, dunque, non sarà una donna a guidare le Nazioni Unite. Dei candidati che correvano per la segreteria generale, sette erano donne. Quella che si è avvicinata di più al podio è stata la bulgara Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco. Tra le altre donne in lizza c’erano la neozelandese Helen Clark, membro del Partito Laburista, ex primo ministro e attuale capo del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo; la moldava Natalia Gherman, ministro dell’Integrazione Europea dal 2013 al 2016; la croata Vesna Pusic, leader del Partito Popolare croato, vice primo ministro e ministro degli Affari Esteri ed europei fino al gennaio 2016; Kristalina Georgieva, attuale vice-presidente della Commissione europea.

 

Guterres è stato inoltre scelto nonostante vi fosse un accordo sulla rotazione informale dei gruppi regionali, in base al quale la successione sarebbe spettata a un candidato dell’est Europa, regione che finora non ha mai avuto un segretario generale.

 

La nomina dell’ex premier portoghese ha comunque soddisfatto tutti, con Russia e Stati Uniti che sulla sua candidatura hanno raggiunto un compromesso mettendo da parte le note tensioni per i conflitti in Siria e Ucraina. “Resta da capire – scrive Alessandra Baldini su OnuItalia.com – cosa abbia ottenuto la Russia nel negoziato e cosa abbiano ceduto gli occidentali: fin dall’inizio Mosca aveva detto che voleva una donna e una donna dell’Est Europa per la successione a Ban, ora potrebbe usare il compromesso concesso sul numero uno delle Nazioni Unite per puntare ad altri ruoli di rilievo all’interno dell’organizzazione internazionale: per esempio il Dipartimento degli Affari Politici, attualmente guidato dall’americano Jeffrey Feltman”.

 

Chi è Antonio Guterres

Antonio Guterres è nato a Lisbona il 30 aprile del 1949. Ingegnere di professione, è entrato in politica nel 1976 partecipando nelle fila del Partito Socialista alle prime elezioni democratiche tenutesi in Portogallo dopo il colpo di stato dei militari attuati nel 1974 (passato alla storia come “Rivoluzione dei Garofani”) che pose fine a cinque decenni di dittatura di António de Oliveira Salazar prima e Marcelo José das Neves Alves Caetano poi.

 

Nel 1992 è stato nominato leader del suo partito e nel 1995 è stato eletto primo ministro. Tra il 2005 e il 2015 ha ricoperto l’incarico di capo dell’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Durante i dieci anni di mandato in più occasioni ha fatto appello agli Stati occidentali affinché facessero fronte comune per accogliere le centinaia di migliaia di rifugiati in fuga dai conflitti in Medio Oriente, Asia e Africa. Un appello a cui purtroppo l’Occidente non ha finora risposto per come avrebbe invece dovuto.

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Anche il Regno Unito pensa al divieto di pubblicità del gioco in Tv

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Il governo britannico sta pensando a un giro di vite sull'industria delle scommesse che potrebbe includere un divieto di pubblicità televisiva durante il giorno. [...]

Autore: Gioconews | Categoria: Esteri | Voti: 1 - Commenti: 0


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Votare Sì per non restare inchiodati ad altri 20 anni di autocoscienza collettiva

Cosa potremo lasciarci definitivamente alle spalle il 4 dicembre si sa. E' l'Italia a riforme zero o incompiute o rinviate, e sempre frenate dal blocco consociativo che ha incatenato il Paese (e la sinistra) nel non toccare mai nulla. Cosa è in gioco? Ricordate il Tour du monde che Jules Verne nel 1873 fece compiere a Phileas Fogg e Passepartout? I due ce la fecero in 80 giorni. Oggi che il pianet [...]

Autore: votAntonio | Categoria: Politica | Voti: 3 - Commenti: 0


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Libia: si allarga il fronte a sostegno di Haftar

Organizzare una conferenza internazionale sul futuro della Libia senza però invitare a parteciparvi alcun esponente della scena politica libica. È accaduto a Parigi, dove lo scorso 3 ottobre, su iniziativa del governo francese, si è tenuto un incontro che ha visto coinvolti i rappresentanti di tutti i Paesi occidentali e del Golfo coinvolti, a vario titolo e in alcuni casi su posizioni diverse, nella crisi libica: Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Turchia, Qatar, Arabia Saudita ed Egitto.

 

L’incontro, formalmente messo a punto dalla Francia con l’obiettivo di creare un fronte diplomatico comune al fine di promuovere la riconciliazione nazionale nel Paese nordafricano, non ha però visto partecipare né esponenti della Lega Araba, che hanno fortemente lamentato il mancato invito, né rappresentanti degli Stati del Maghreb – a eccezione dell’Egitto – che confinano con la Libia, né soprattutto figure politiche libiche.

 

Dal premier del GNA (Governo di Accordo Nazionale libico) designato delle Nazioni Unite Faiez Serraj ufficialmente non è arrivata nessuna reazione. Serraj proprio quel giorno si trovava infatti in visita ufficiale ad Algeri. Alla fine della conferenza di Parigi, le reazioni non sono comunque mancate. Il ministro algerino degli Affari Magrebini, dell’Unione Africana e della Lega Araba, Abdelkader Messahel, e il ministro degli Esteri del governo di Serraj, Mohamed Tahar Siyala, hanno annunciato che a fine ottobre il Niger ospiterà una conferenza sulla Libia a cui parteciperanno solo i Paesi confinanti con la Libia.

 

 Hollande_Al Sisi(Hollande e Al Sisi, i due principali sponsor di Haftar)

 

Il ministro libico Mohamed Tahar Siyala ha poi affondato il colpo affermando che “al vertice di Parigi sono stati invitati solo quei Paesi che sostengono chi ostacola il processo di riconciliazione nazionale ed è per questo che sono stati esclusi altri stati come l’Algeria e la Tunisia”. Secondo Siyala, dunque, nella capitale francese si sarebbe cementato non il fronte a sostegno della riconciliazione nazionale libica, bensì quello a favore dell’avvento al potere del generale delle forze armate di Tobruk Khalifa Haftar, come dimostrerebbe la presenza dei suoi due principali sponsor, vale a a dire l’Egitto del presidente Abdel Fattah Al Sisi e la Francia.

 

Da quel poco che è trapelato dalla riunione di Parigi è emerso infatti un accordo di massima sul futuro di Haftar nel governo di Serraj una volta che questi sarà riuscito ad assumere pieni poteri. Il generale dovrà necessariamente avere un ruolo politico di primissimo piano, il che tradotto significa un ministero di peso come quello della Difesa.

 

È un’ipotesi caldeggiata anche dalla Russia, che si è offerta di organizzare un’altra conferenza internazionale sulla Libia. La decisione, annunciata ai vertici delle autorità di Tripoli sempre il 3 ottobre a Tripoli da inviati del ministero degli Esteri del Cremlino, è stata ordinata direttamente dal presidente russo Vladimir Putin che da tempo vede nel coinvolgimento di Haftar nel nuovo governo libico l’unica soluzione per tenere ancora in piedi le speranze di mantenere unita la Libia.

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Vergogna Italia, senza centrocampo e con Immobile “salvatore della Patria” con la Macedonia

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L’Italia soffre, va sotto di 2-1 con la Macedonia, rischia di perdere e poi trova la doppietta di Immobile, al 75′ e in pieno recupero, che regala tre punti fondamentali agli azzurri. Ma è una partita da dimenticare per la prestazione espressa in campo, il cui giudizio negativo è appena mitigato dalla vittoria. Sostenere che l’Italia ha giocato male è un eufemismo, colpa certamente dei giocatori m [...]

Autore: maidiregol | Categoria: Sport | Voti: 2 - Commenti: 0


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Boschi annulla confronto tv con Salvini ma poi ci ripensa

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La Ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, e il leader della Lega Matteo Salvini avrebbero dovuto essere i protagonisti di un confronto tv sul referendum costituzionale. Il tutto si sarebbe dovuto svolgere nella serata di oggi, 7 ottobre, negli studi del programma Otto e Mezzo, su La7. Usiamo il condizionale perché Maria Elena Boschi ha deciso di annullare questo impegno. Anzi no, ha successiv [...]

Autore: votAntonio | Categoria: Politica | Voti: 4 - Commenti: 0


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