di Marco Giaconi
Come sempre accade in Medio Oriente, l’intelligence ha di solito due ruoli: mantenere la stabilità politica interna di un regime, sempre messa in forse dalle lotte settarie; gestire la politica estera con la necessaria durezza. Dalla fine del secondo conflitto mondiale, i servizi segreti mediorientali sono i veri attori delle relazioni internazionali dei loro Paesi, mentre i ministri ufficialmente competenti hanno nella maggior parte dei casi ruoli di semplice rappresentanza nelle assise mondiali. Se Winston Churchill notava che “gli ambasciatori stanno zitti in almeno sei lingue diverse” si potrebbe aggiungere che in Medio Oriente, anche oggi, gli ambasciatori devono stare zitti nel modo più poliglotta possibile.
Nella situazione di costante instabilità che contraddistingue il Medio Oriente dall’inizio delle primavere arabe nel 2011, il caso più interessante da indagare è quello dei servizi segreti siriani, soprattutto se si analizzano i cambiamenti che hanno registrato al loro interno con il passaggio della presidenza da Hafez Assad al figlio Bashar Assad, un oculista specializzatosi a Londra arrivato al potere quasi per caso. Bashar era infatti stato escluso dalla carriera politica dal padre che aveva indicato come suo successore il figlio maggiore, Bassel, morto nel 1994.
Storia
La struttura dei servizi siriani (Mukhabarat) è stata costituita dalle autorità mandatarie francesi, mentre la distribuzione delle sue agenzie e dei suoi reparti si è sempre adattata alla dimensione tribale e personalistica del potere. Queste caratteristiche sono rimaste tali anche dopo il golpe con il partito Baath è salito al potere nel 1963. Dopo il colpo di stato si è assistito però alla creazione di un nuovo servizio molto centralizzato ma in cui i singoli capi-struttura hanno iniziato a pretendere dai loro sottoposti fedeltà nei loro confronti piuttosto che nei confronti dello Stato.
Durante la presidenza di Hafez Assad prima e Bashar Assad poi, i servizi segreti siriani sono stati dominati dai clanfamigliari e religiosi legati al regime, da cui dipendono gerarchie, equilibri di potere interni e reclutamento di nuove leve. Fino a prima dello scoppio della guerra civile nel 2011, gli Assad hanno però garantito anche all’interno dei servizi segreti la rappresentanza di tutte le etnie e religioni presidenti nel Paese, affidando le direzioni delle varie sezioni ad alawiti ovviamente, ma anche in minor parte a cristiani, armeni, copti e perfino sunniti.
Il ruolo della Russia
Un ruolo molto influente nella designazione di questo equilibri lo ha storicamente avuto la Russia. Con il suo ingresso nella grande guerra in corso in Medio Oriente, Mosca ha costituito in Iraq un centro di coordinamento tra i servizi segreti iracheni, russi, siriani e iraniani, finalizzato allo scambio di informazioni sullo Stato Islamico e sui passaggi di terroristi da un Paese all’altro. L’intelligence militare russa, il vecchio GRU, coordina in Siria gli attacchi aerei e terrestri siro-iraniani contro il Califfato e contro i ribelli anti-Assad, raccogliendo al contempo notizie riservate sugli apparati israeliani che operano nelle alture del Golan.
In quest’ottica, quello siriano resta principalmente un servizio interno, mostrandosi però capace – anche in una fase di oggettiva debolezza del regime di Assad come quella attuale – per fornire supporto logistico e tattico a russi e iraniani sul terreno degli scontri, ma anche per agire con forze militari di élite.
(Le immagini di Assad e Putin a Latakia, dove ha sede una base aerea russa)
La suddivisione
Le branche generali del servizi segreti siriani sono quattro, interconnesse tra di loro soprattutto tramite la presidenza e il partito Baath: intelligence dell’aviazione, intelligence militare, Direttorato Generale dell’Intelligence, intelligence politica. Ognuna delle quattro branche è formata da diversi settori o reparti.
La seconda e la quarta branchia sono quelle più “dure” nei rapporti con la popolazione: le loro divisioni principali sono i centri per gli interrogatori, le cosiddette “cellule” e le unità operative, quest’ultime quasi sempre “miste” e finalizzate a specifiche attività informative sul terreno.
La quarta branchia, ovvero quella politica, dispone di agenti e informatori infiltrati in maniera estremamente ramificata in ogni fascia della popolazione. Tra operativi e informatori stabili o occasionali, si calcola che almeno un cittadino su venti abbia a che fare per lavoro con il questa branchia dei servizi segreti siriani.
Pensare, come ritengono molti Paesi occidentali, di organizzare “rivolte democratiche” o “primavere” varie senza sapere che in ogni più piccola manifestazione negli Stati del Medio Oriente ci sono almeno tre infiltrati del regime, è dimostrazione di pericolosa ingenuità. Settori o anche semplici filiali di ognuno dei quattro servizi sono presenti in tutte le strutture delle forze armate siriane, dove raccolgono dati e informazioni sul personale interno, sulle famiglie dei militari e sul clima politico delle aree in cui essi operano.
L’intelligence dell’Aviazione
L’intelligencedell’Aviazione, il vero asse portante del regime alawita degli Assad (non a caso Hafez Assad era un aviatore) è formato da: un Reparto Amministrativo; un Settore Informazioni, che si occupa di analisi e di controllo del web, oltre che dei gruppi politici e religiosi; un Reparto Interrogazioni, la struttura ufficiale di tutto il sistema dell’intelligence nel suo complesso, anche se ogni “divisione” ha il suo gruppo di inquisitori; un Settore Aeroporti, che garantisce la sicurezza degli aerei sui vola il presidente e delle sue visite all’interno del Paese e all’estero; un Reparto Operazioni, che si occupa di azioni sia all’estero che all’interno, comprese quelle che coinvolgono l’aviazione e i rapporti con i servizi stranieri; un Reparto Operazioni Speciali. Si tratta, quindi, di una struttura che collabora e sostiene le altre quando, per usare una vecchia battuta cinematografica, “il gioco si fa duro e i duri cominciano a giocare”. Le sei divisioni che fanno parte dell’intelligence dell’Aviazione hanno sede a Damasco, mentre loro filiali sono presenti in tutti i governatorati del Paese.
(Ali Mamlouk, capo del National Security Bureau del regime siriano)
L’intelligence militare
L’intelligence militare ha sede primaria a Damasco. Ognuno dei suoi reparti dispone di un comando regionale. I reparti sono indicati con delle cifre: 291, settore amministrativo e quartier generale; 293, controllo degli ufficiali, con il suo direttore che ha accesso diretto al presidente Assad; 294, controllo delle divisioni militari eccetto la Difesa Aerea e l’Aviazione, elaborazione di relazioni sulla preparazione al combattimento delle unità, valutazione della fedeltà al regime da parte delle forze armate; 235, conosciuto come Palestine Branch, coordina le operazioni di intelligencecontro Israele e nei confronti dei gruppi della resistenza palestinese sia sul piano esterno che interno; 235, si occupa dei movimenti islamici jihadisti e dei rifugiati palestinesi; 211, lavora sul web, monitora e raccoglie notizie dai siti (la soluzione più economica per un servizio che ha poca risorse da inviare all’estero) censurando quelli più avversi al regime; 225, monitora le telecomunicazioni cooperano con il reparto 211; 248, si occupa degli interrogatori di “testimoni” politicamente rilevanti, opera anche insieme al corrispondente reparto dell’Aviazione; 215 e 216, compiono raid su obiettivi riservati; 220, opera sulle Alture del Golan.
Direttorato Generale dell’Intelligence
All’interno del Direttorato Generale dell’intelligence operano le seguenti sezioni: 111, si occupa di amministrazione e ospita il quartier generale; 251, monitora i gruppi politici e religiosi e i gruppi armati avversi al regime, lavora a stretto contatto con il reparto 235 dell’intelligence dell’Aviazione per indagare sul terrorismo antialawita e antisciita; 255, si occupa della propaganda politica; 279, si occupa di coordinamento tra tutte le sezioni dell’intelligencesiriana e mette in correlazione i servizi di Bashar Assad con le agenzie estere (alleate o al servizio di Paesi nemici).
Intelligence Politica
Le divisioni dell’intelligence politica sono le seguenti: il settore prigioni, cheopera nelle carceri per reclutare informatori e infiltrare i movimenti contrari al regime; il settore permessi, che rilascia autorizzazioni sia commerciali che per possedere tv, radio o siti internet; il settore rischi,che monitora i singoli cittadini inquadrandone le caratteristiche sia professionali sia ideologiche; il settore addestramento,che seleziona, addestra e motiva informatori civili per interrogatori non-violenti e per “operazioni psicologiche”.
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Fonte: http://www.lookoutnews.it/siria-servizi-segreti-assad/