mercoledì 18 gennaio 2017

Avvistato a Genova un Orco marino

È dicembre. Ricevo la segnalazione dell’avvistamento di un Orco marino nel canale di calma di Prà, nell’estrema zona di ponente di Genova, la città in cui vivo. A dispetto del nome, si tratta di una grande anatra marina che di terrificante non ha proprio nulla.

È raro che questi uccelli boreali che vivono nell’estremo Nord e nella Tundra si spingano fino alla nostra latitudine, e in Liguria, nell’arco degli ultimi dieci anni, la loro presenza è stata assolutamente saltuaria.
È un appuntamento a cui non voglio mancare e decido di andarci.
Il canale di calma di Prà è famoso per essere una zona battuta spesso dal vento, ma quello di oggi soffia in modo particolarmente violento e gelido.

Una femmina venuta dal nord

Arrivato a destinazione, percorro lentamente la lunga banchina che delimita da entrambi i lati il canale di calma. Scruto la superficie dell’acqua alla ricerca del mio soggetto. L’Orco marino in questione è una femmina ed è sola, e mi sembra strano, vista la natura gregaria di questi uccelli. Il vento teso e forte increspa la superficie dell’acqua, altrimenti calma e piatta, generando una serie di ondette. Una barca da gara mi sfila davanti agli occhi, spinta dai rematori.
Finalmente lo vedo, è vicino alla banchina dal lato opposto rispetto a dove mi trovo io.
Raggiungo il punto e mi fermo ad una certa distanza per non intimorire l’Orco con la mia presenza. In realtà questi animali, seppur timidi, sono però confidenti, e se ci si accosta con la dovuta cautela e il necessario rispetto, non è difficile che siano loro stessi ad avvicinarsi, forse mossi anche dalla curiosità.

Un po’ cauta, un po’ curiosa

È quello che succede mentre inizio a scattare alcune foto. L’anatide si avvicina e si allontana, nuotando sospinto dalle zampe palmate e dondolando vistosamente, sballottato dalle onde che rompono la superficie del canale. Anch’io devo contrastare la forza del vento, che mi sposta non consentendomi di assumere la giusta posizione per la ripresa fotografica; mi accuccio cercando di espormi il meno possibile alle raffiche, imposto un tempo di scatto veloce e attendo che l’Orco si avvicini. Lo riprendo mentre si ciba, con una certa avidità, dei mitili che ricoprono una vasta area della banchina. Ora torna verso il centro del canale, mentre l’acqua a tratti lo ricopre quasi totalmente; un rapido frullo del piumaggio per togliere quella in eccesso e riprendere il nuoto.
Si volta spesso nelle mia direzione, forse mi tiene d’occhio non essendo, immagino, del tutto tranquillo circa le mie reali intenzioni. Apre e chiude il becco emettendo, ad intervalli, il suo caratteristico verso, mentre scatto alcune foto in cui lo si può vedere bene, largo e poderoso, con una sorta di unghia superiore e la zigrinatura che ne percorre la parte inferiore.
È in perenne movimento e scatto dopo scatto imparo ad anticipare la posizione in cui si troverà, in modo che risulti a fuoco nell’immagine. Si avvicina alla banchina, mi accuccio di più nel tentativo di rendermi ancora meno visibile, eccolo, o meglio, trattandosi di una femmina, eccola che fa capolino, con l’espressione simpatica e curiosa di chi forse vorrebbe fare conoscenza con uno sconosciuto… ma forse sto esagerando. Da sempre mi piace trovare negli animali selvatici quegli atteggiamenti che li fanno sembrare più vicini al genere umano. È questo lo scopo che anima le mie immagini; raccontare l’incontro con un animale selvatico, il contatto fisico e visivo, pur restando alla giusta distanza; ci sarà il teleobiettivo a venirmi in aiuto, per stringere il campo sul mio soggetto, senza costringermi ad un avvicinamento azzardato e probabilmente non opportuno.
Scatto alcune immagini ravvicinate, in cui sono ben visibili le zone pallide, evidenti su entrambi i lati della testa, imperlata da qualche goccia d’acqua che sembra appena posata sul piumaggio.
Ora la femmina di Orco marino, approfittando di un momentaneo calo di vento, scivola sulla superficie dell’acqua tornata, forse per poco, calma e tranquilla. Protende il collo verso l’alto e la sua postura diventa elegante e leggera; si muove a destra e a sinistra e spesso si volta verso la mia direzione, sembra una modella in sfilata su una passerella, desiderosa di essere ammirata in tutta la sua bellezza.
Il tempo passa in fretta, la luce del giorno ormai è scesa e non ci sono più le condizioni per ottenere delle buone immagini. Ripongo la reflex nello zaino, saluto la grande anatra marina e riprendo la via del rientro. Un ultimo sguardo all’Orco marino che, scivolando tra i riflessi dell’ultimo sole, si allontana verso la foce del canale.

Chi è l’ Orco marino

L’Orco marino (Melanitta fusca) è una grande anatra marina della famiglia degli Anatidi che vive nell’estremo nord di Europa ed Asia, a ovest il suo areale si spinge fino al bacino dello Yenisei, nella Russia siberiana centrale.

Misura da 51 a 58 cm di lunghezza. Il maschio è tutto nero tranne una macchia bianca intorno agli occhi e una vistosa barra alare sulle ali. Il becco giallo, è bulboso con base nera.
La femmina è di colore bruno con due zone chiare su entrambi i lati della testa e presenta una macchia alare bianca.
Caratteristico è il becco di forma tozza con una sorta di unghia superiore.

Orco marino (Melanitta fusca) femmina. Foto: Vittorio Puggioni

Orco marino (Melanitta fusca) femmina. Foto: Vittorio Puggioni

Le coppie nidificano in piccoli laghi d’acqua dolce, stagni e fiumi delle foreste nordiche di conifere, dalla tundra artica ad alcune zone alpine. Il nido viene costruito al suolo, di solito in una depressione del terreno tra l’erba alta, dove vengono deposte da 7 a 9 uova.
Durante il periodo di svernamento le popolazioni si spostano nelle zone temperate, spingendosi verso la Gran Bretagna, il Mar Nero ed il Caspio. Raggiungono anche la Francia e la Spagna settentrionale e in alcuni casi anche le zone più settentrionali dell’Italia. In queste aree dimorano nelle basse acque marine a ridosso della costa, o nei pressi di estuari, o all’interno di insenature particolarmente accoglienti, dove possono formare grandi stormi.
La dieta è costituita principalmente da molluschi e mitili.
È una specie gregaria i cui membri sono molto uniti e quando decollano lo fanno tutti insieme, all’unisono e in perfetta armonia.
L’orco marino è una delle specie protette dall’Agreement on the Conservation of African-Eurasian Migratory Waterbirds (AEWA). Nella Lista rossa dell’IUCN è classificata tra le specie Vulnerabili.

Vittorio Puggioni

Sito web: www.vittoriopuggioni.it
Pagina Facebook: Vittorio Puggioni fotografo

 

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