di Marta Pranzetti
@BlogArabaFenice
Le elezioni in Marocco per il rinnovo del parlamento hanno dato conferme e lasciato qualche incertezza. Lo scenario bipolare prospettato durante la campagna elettorale marocchina è stato confermato con il risultato del voto del 7 ottobre scorso per la nomina dei 395 deputati della Camera bassa dell’Assemblea legislativa (il parlamento nazionale).
Il duello tra il PJD (Partito di Giustizia e Sviluppo), al governo dal 2011, conservatore e di ispirazione islamista, guidato dal premier uscente Abdelilah Benkirane, e il PAM (Partito dell’Autenticità e della Modernità), formazione social-liberale e di centro sinistra, con a capo Iliyas El Omari e molto vicina al Re Mohammed VI, si è infatti concluso con la vittoria del partito islamista.
Il PJD ha ottenuto 125 dei 395 seggi della Camera e ieri, lunedì 10 ottobre, Benkirane ha ufficialmente ricevuto dal Re l’incarico di formare un nuovo esecutivo. Il PAM è arrivato secondo, conquistando 102 seggi, seguito con 46 seggi da Istiqlal (“Indipendenza”), partito nazionalista e conservatore.
Al netto di questi risultati, restano aperti i giochi per la composizione della nuova maggioranza di governo. In Marocco è in vigore un sistema rappresentativo proporzionale, con la soglia di sbarramento fissata al 3%, che dunque permette a un ampio numero di partiti politici di essere rappresentati alla Camera. Per tale motivo, il partito che si aggiudica le elezioni legislative deve necessariamente cercare l’appoggio di altre formazioni minori per creare un governo di coalizione.
Per ottenere l’incarico, dunque, il PJD dovrà ora riunire una maggioranza di 198 seggi. Nel caso in cui gli islamisti non riuscissero a formare una nuova compagine governativa entro i termini previsti, potrebbe farsi largo l’ipotesi di una riforma costituzionale attraverso la quale il Re potrebbe assegnare l’incarico a un membro del secondo partito attestatosi alle urne, vale a dire il PAM (ipotesi al momento remota).
(Il Re del Marocco Mohammed VI)
Le alleanze possibili
Se si tiene conto del fatto che, per ragioni ideologiche, i due partiti più forti sulla scena politica nazionale, PJD e PAM, hanno categoricamente escluso la possibilità di collaborare in un governo di coalizione, l’ago della bilancia potrebbe rivelarsi allora il partito Istiqlal, il cui appoggio tuttavia non basterebbe agli islamisti per ottenere la maggioranza assoluta.
Il PJD dovrebbe comunque poter contare sull’appoggio dei partiti PPS (Partito di Progresso e Socialismo,12 seggi) e MP (Movimento Popolare, 27 seggi), già presenti all’interno dei due precedenti governi Benkirane I (2011-2013) e Benkirane II (2013-2016).
Resta incerta la posizione dell’RNI (Raggruppamento Nazionale degli Indipendenti, 37 seggi), che pure era presente all’interno della coalizione del governo uscente. Una possibile alleanza con il PJD è ostacolata dalle spigolose relazioni tra Benkirane e Salaheddine Mezouar, leader dell’RNI, il quale ha rassegnato le dimissioni dalla direzione del suo partito nell’immediato post-elezioni.
(Cittadini al voto a Rabat, 7 ottobre 2016)
Con Istiqlal e RNI in sospeso, al PAM potrebbero invece allearsi i socialisti dell’USFP (Unione Socialista delle Forze Popolari, 19 seggi) e gli altri partiti minori già all’opposizione, oppositori dichiarati del PJD.
Nonostante ciò, lo scenario nel quale il partito vincente riuscirà a formare al primo tentativo una coalizione di maggioranza confermando il PAM alla guida dell’opposizione all’interno dell’emiciclo resta il più probabile. La ripresa dell’attività parlamentare, fissata al 14 ottobre, darà le prime concrete risposte in tal senso.
Certo è che l’immediata riconferma di Benkirane a capo di governo da parte del Re Mohammed VI mostra la volontà da parte della Casa Reale di mantenere inalterati gli assetti politico-istituzionali che hanno finora permesso al Marocco di superare indenne le primavere arabe del 2011. Pertanto, è fortemente probabile che nei prossimi cinque anni la monarchia punterà a consolidare il processo di stabilizzazione attraverso un nuovo governo di coalizione. D’altronde, per quanto il PJD declami il suo spirito rivoluzionario e antimonarchico, in questi anni si è sempre dimostrato molto collaborativo nei confronti dei regnanti, costituendo la più rassicurante delle alternative politiche, nell’ottica di mantenere inalterato lo status quo.
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Fonte: http://www.lookoutnews.it/marocco-elezioni-2016-nuovo-governo-benkirane/
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