Acetina, ossalina, erba brusca, sono solo alcuni dei nomi con cui è conosciuta l’acetosa (Rumex acetosa), una pianta appartenente alla famiglia Polygonaceae ricca di proprietà benefiche. Chiamata acetosa per il sapore acidulo delle sue foglie, in fitoterapia è molto utilizzata come antinfiammatorio, depurativo e diuretico.
Le foglie sono ottime come antipiretico, ed anche in caso di mal di gola, stomatiti e gengiviti. In cucina si mangia sia cruda che cotta, in insalata o per dar gusto a carni, verdure cotte, minestre e frittate.
Ricca di vitamina C, acido ossalico, ferro e ossalato di potassio e di calci, viene utilizzata anche per trattare problemi digestivi e gastrointestinali. Della pianta si utilizzano foglie, fusti freschi e radice; il decotto di foglie è usato per curare l’acne, le pelli grasse e la dermatosi, o come come rinfrescante per la pelle. Si prepara lasciando in infusione per 10 minuti 15 g di foglie fresche in 1 litro d’acqua e lo si assume due volte al giorno lontano dai pasti. Le foglie fresche si possono utilizzare direttamente sulla cute sotto forma di cataplasmi per ridurre l’infiammazione, i punti neri e chiudere i pori dilatati.
Come tutte le piante, anche l’ acetosa ha delle piccole controindicazioni, non va mai assunta da parte di chi soffre di calcoli renali, artrite, gotta, reumatismi o con problemi di iperacidità, per il suo alto contenuto di assalati di calcio, un fattore antinutrizionale presente in numerosi alimenti come, spinaci, cavoli, rabarbaro, cereali integrali che ingeriti si combinano con diversi minerali come il ferro, il magnesio e soprattutto il calcio formando dei sali, detti ossalati, che ne impediscono l’assorbimento nel corpo e quindi uno stato di carenza per il nostro organismo.
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