E’ scaduto ieri il termine per la permanenza in hotel e strutture ricettive a carico della protezione civile per chi, pur avendo la casa agibile, si è rifugiato lungo la costa a causa delle scosse di terremoto del 18 gennaio e dell’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito le zone interne del centro Italia, gia’ ferite dal sisma. Si tratta di un tipo di intervento che ha sostituito, vista la stagione invernale, l’allestimento delle tendopoli. Per le Marche, al momento non ci sono dati precisi su quanti ne hanno usufruito: per averli ci dovra’ essere un riscontro incrociato tra strutture ricettive e sindaci, che firmano le ordinanze per il rientro nelle abitazioni dichiarate agibili. Gli ospiti poi vengono alla spicciolata da molti Comuni.
Secondo gli albergatori comunque, la permanenza degli ‘sfollati temporanei’ e’ stata piuttosto breve, specie per i residenti di centri di medie dimensioni come Camerino e Tolentino: piu’ o meno una settimana. Qualcuno se e’ andato appena lo scioglimento della neve lo ha permesso, altri hanno superato la paura delle scosse di terremoto, che sono state avvertite fino a pochi giorni nel Maceratese. “Avevamo tre o quattro famiglie fuori – spiega Pietro Cecoli, sindaco di Monte Cavallo, nell’epicentro dell’ ultimo evento sismico con scosse avvertite nettamente il 3 e il 7 febbraio -, ma sono rientrate. Si sono fatte coraggio… anche di fronte alla prospettiva di dover pagare il soggiorno in albergo di tasca loro… E poi spero che (il terremoto) ‘se calma’“.
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