Kirkuk, considerata la roccaforte del Kurdistan iracheno insieme alla de facto capitale Erbil, è stata attaccata all’alba di stamani da un numero imprecisato di miliziani dello Stato Islamico. Se inizialmente sembrava un attentato kamikaze sul modello di quanto visto in Turchia nei mesi scorsi, con il passare delle ore ci si è resi conto che invece la portata di quest’azione dimostrativa è ben più ampia del previsto.
Sarebbero cinquanta i jihadisti che stamattina sono entrati in azione in centro, attaccando vari edifici governativi dove almeno sei agenti di polizia sono morti, e occupando una centrale elettrica a Dibis, dove a morire sarebbero stati per il momento 16 dipendenti. Gli uomini di Al Baghdadi hanno usato divise e auto della polizia per ingannare i controlli.
Il capo della polizia Sarhad Qadir ha riferito alla BBC che un kamikaze e altri combattenti hanno attaccato edifici della polizia e la sede di un partito politico: “Tutti i militanti che hanno attaccato l’edificio di emergenza della polizia e il vecchio edificio della direzione della polizia di Kirkuk sono stati uccisi, ma un certo numero di militanti è ancora nel distretto di Dumez” ha riferito Qadir.
Poche ore dopo l’assalto iniziale, testimoni hanno riferito che i militanti stavano camminando apertamente per le strade della città, e secondo i primi rapporti avrebbero ucciso qui altri 16 civili. L’attacco separato dell’ISIS a Dibis, governatorato di Kirkuk, è stato un attentato suicida contro una centrale elettrica iraniana in costruzione.
Dopo gli attacchi di stamattina, Kirkuk è stata completamente isolata: le forze Peshmerga non consentono l’ingresso a nessuno ai check point d’ingresso nella città irachena, e affermano di aver decretato il coprifuoco. Centinaia di camion sono stati bloccati fuori della città e ora formano una coda di 5 chilometri, mentre vengono lasciati entrare solo mezzi militari.
Diversi veicoli carichi di civili armati, secondo fonti dell’ANSA, starebbero entrando a Kirkuk al seguito delle forze Peshmerga, per stanare gli ultimi jihadisti rimasti in città. Da Erbil verso Kirkuk sono confluiti blindati e pick-up curdi armati di mitragliatrici pesanti.
L’assalto dello Stato Islamico a Kirkuk è chiaramente una mossa pensata per alleggerire la pressione sul fronte di Mosul, dove i Peshmerga conducono la battaglia per la riconquista della città sunnita (insieme alle forze irachene) premendo da nordest, e dove hanno già conquistato l’avamposto di Bartella. L’azione dell’ISIS contro Kirkuk è tesa ad aumentare il morale dei combattenti del Califfato, che oggi sono sotto pressione come mai prima d’ora nei territori da loro conquistati nel 2014.
Il governatore di Kirkuk, Najm al-Din Karim ha affermato che la situazione sarebbe tornata sotto controllo, mentre altri testimoni affermano che la battaglia in città è ancora in corso di svolgimento.
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Fonte: http://www.lookoutnews.it/iraq-kirkuk-isis-attacco/
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