di Priscilla Inzerilli
Le forze aerospaziali russe hanno messo a punto una nuova divisione di bombardieri a lungo raggio per pattugliare una vasta area del Pacifico compresa tra le Hawaii, l’isola di Guam e il Giappone, dove sono presenti diverse importanti basi aeree e navali degli Stati Uniti. L’annuncio del ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, diffuso dal quotidiano Izvestia, è solo l’ultimo dei tasselli che vanno a comporre il quadro delle tensioni russo-americane nello scenario geopolitico asiatico, rendendo chiare una volta di più quelle che sono le ambizioni militari di Mosca nel quadrante dell’Asia-Pacifico.
Secondo quanto affermato da un funzionario del ministero della Difesa russo rimasto anonimo, la nuova divisione sarà collocata presso le basi di Belaya e Ukrainka, nella Siberia orientale, e sarà composta da diverse squadriglie di bombardieri strategici a lungo raggio, tra cui il Tupolev Tu22M3 (nome in codice “Backfire”), attualmente impiegato contro le postazioni jihadiste in Siria, e il Tupolev Tu95MS (nome in codice “Bear”), utilizzato nei pattugliamenti regolarmente effettuati dalle forze aeree russe nelle regioni dell’Europa Occidentale.
Il Tupolev Tu22M3 è un bombardiere bimotore a getto adatto sia nel caso di attacchi al suolo che anti-nave, capace di trasportare un carico di armamenti elevato, tra cui cannoni 1 GSh-23L e missili aria-superficie 3 AS-4 Kitchen, 6 AS-15 Kent e 10 AS-16 Kickback. Mentre il Tupolev Tu95MS, variante del vecchio Tu95, è un velivolo a quattro motori a turboelica ed è in grado di montare una vasta gamma di armamenti tra cui cannoni 2 AM-23 da 23 mm e i missili da crociera aria-superficie AS-3 Kangaroo, AS-4 Kitchen, AS-6 Kingfish e AS-15 Kent.
Le “incursioni” russe all’interno del triangolo strategico Hawaii-Guam-Giappone non sono una novità. Già ai tempi della Guerra Fredda, infatti, quest’area veniva regolarmente “battuta” dai bombardieri dell’aviazione sovietica impegnati in operazioni di pattugliamento, spesso condotte nelle immediate vicinanze delle basi statunitensi. L’attività di pattugliamento dello spazio aereo dell’Oceano Pacifico da parte della Russia, dopo un’interruzione nei primi anni del Duemila, sembra essersi nuovamente intensificata nel corso degli ultimi due anni.
(Il caccia russo Tupolev Tu22M3)
Come osservato dal generale Herbert Carlisle, comandante della U.S. Pacific Air Force, a partire dal 2014 (a poca distanza dallo scoppio della crisi Ucraina) la presenza della Russia nella regione si è mostrata sempre più frequente e decisa. Tra l’aprile del 2013 e il marzo del 2014, infatti, sono stati innumerevoli gli episodi di “scramble” (359 volte, più del doppio dell’anno precedente) effettuati delle forze di autodifesa aerea giapponese nei confronti di aerei russi che si erano avvicinati allo spazio aereo nipponico. Nell’ottobre 2015 è toccato invece a quattro caccia F/A-18 Super Hornet, decollati dalla portaerei USS Ronald Reagan, intercettare due “Bear” russi che stavano sorvolando – in totale silenzio radio – la zona dove si trovava la portaerei americana infrangendo, secondo le rilevazioni radar, il limite al di sotto del miglio nautico.
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Fonte: http://www.lookoutnews.it/russia-bombardieri-pacifico/
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