Sempre più italiani, almeno nove su dieci, si rivolgo a Google in cerca di diagnosi online. Ad investigare sul fenomeno è stata una ricerca commissionata da Ibsa Foundation: secondo i dati, meno della metà delle persone ritiene che sia doveroso un controllo delle fonti da cui traggono le informazioni. I medici lanciano l’allarme, l’autodiagnosi in rete può essere pericolosa.
L’attrazione per le notizie sulla salute da parte degli italiani è molto forte, il problema è la verifica delle fonti che spesso manca o viene vista con scarso interesse. Secondo i dati dello studio, sono almeno nove su dieci gli italiani che si rivolgono a Google ed effettuato diagnosi online in autonomia, circa l’88 per cento tra gli uomini e il 93,3 per cento tra le donne. A controllare le fonti, infatti, sono soltanto il 44 per cento degli internauti. L’intensità della ricerca online varia molto in base alla fascia d’età, i più attivi sono gli utenti tra i 24 e i 32 anni, soprattutto rispetto agli over 60 e alla fascia d’età tra i 45 e i 54 anni.
Inoltre, a ricorrere di più al web sono i laureati, il 96 per cento di loro contro il 24,5 per cento di chi ha solo la licenza elementare. Tramite lo studio, inoltre, è stato evidenziato come la ricerca della diagnosi online possa essere molto pericolosa per il fruitore: questo a causa della gran molte di informazioni disponibili che spesso possono confondere o, addirittura disinformare l’utente. Il consiglio è dunque quello di verificare sempre le fonti e, comunque, di rivolgersi a dei veri esperti.
* Il contenuto riportato è di carattere orientativo a fini informativi: non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere utilizzato per prendere decisioni in merito ad assunzione o sospensione di terapie farmacologiche e non può sostituire il parere di un professionista afferente a qualsiasi disciplina medico scientifica autorizzata.
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