giovedì 26 gennaio 2017

Il cambio di Presidenza a Washington prospetta conseguenze epocali

di  Luciano Lago Le prime mosse dell'Amministrazione Trump, confermno l'impressione di trovarsi di fronte ad una fase di cambiamenti radicali nella politica degli USA con conseguenze che saranno non solo di carattere economico ma anche geopolitico e strategico. Gli USA, nonostante la fase di decadenza che attraversano, sono ancora la prima superpotenza mondiale e massima espressione del dominio geopolitico e geo finanziario a livello mondiale. Normale quindi che qualsiasi cambiamento nell'impostazione di Washington abbia conseguenze a catena in varie arre del mondo. Tutto fa pensare che gli effetti del cambio di impostazione nella nuova amministrazione USA saranno molto pesanti sia a livello interno che al livello esterno, dall'America Latina all'Europa ed al Medio Oriente. Gli USA sono apparsi come un paese fratturato, una società divisa come si è visto plasticamente già alla presa di possesso di Washington, ove nei fasti della cerimonia non si sono visti neri, nè ispanici e il discorso tenuto da Trump ha denotato la sua impostazione di suprematista bianco. Una delle parole più notevoli che ha richiamato l'attenzione è stata quella della "carniceria /carnage" (dei cittadini bianchi avvenuta negli States sotto le amministrazioni precedenti). Non sono soltanto il mezzo milione di manifestanti in piazza, per quanto sospinti dalle ONG di Soros, l'elemento che rappresenta la fratture nella società statunitense, ci sono questioni molto più serie. In realtà risulta che molta gente ha votato Trump negli USA perchè non sopporta più le idee liberaliste e globaliste che hanno affossato e ridotto sul lastrico la classe media. Questo è avvenuto molto significativamente negli stati dell'America Profonda, molto meno delle città come New York o nella California. L'immigrazione messicana negli USA  ha favorito inevitabilmente un abbassanento dei salari e lo sfruttamento della mano d'opera più ricattabile. Trump è un petroliere come mentalità e questo è un retaggio che si porterà dietro nelle sue impostazioni di politica economica. Trump con i suoi provvedimenti è destinato a pestare gli interessi consolidati della elite globale che guida la politica negli USA e in tutti i paesi sotto influenza occidentale. Non è chiaro quanto lui ne sia consapevole ma questo significa fare un gioco molto pericoloso affrontando consolidati ed enormi interessi ed  pregiudicando i gruppi di potere e le  dinastie inflenti, alcune visibili come i Clinton o i Bush, altre meno visibili come i Soros o i Rockefeller. John Kerry a Davos ha già predetto che, secondo lui, Trump non durerà più di uno/due anni, prefigurando un possibile impeachmnt per il neo presidente o, peggio, una sua eliminazione fisica, evento che  lo stesso Putin ha prefigurato come possibile.  L'enorme potere autonomo e senza controllo della CIA, qualora fiuti il pericolo e si scontri con l'ostilità del nuovo presidente, indisponibile ad arrivare ad un accomodamento pragmatico, dispone di enormi mezzi per simulare un "incidente". Da notare che nel gabinetto di Trump non c'è un solo latino e i primi provvedimenti presi confermano la sua impostazione : lavoro per i cittadini USA, blocco dei trattati commerciali (TPP e NAFTA) e costruzione del muro (iniziato da Clinton) con il Messico. La conseguenze umane più dirette le pagheranno i messicani , tre milioni circa immigrati negli USA, molti irregolari, che rischiano di essere espulsi o emarginati nella società USA. Si prospetta il fenomeno della "palestinizzazione" dei messicani degli USA. Concreto anche il rischio di una guerra civile, considerando che la maggioranza della popolazione negli USA è armata. Esiste la possibilità di una emigrazione dei messicani verso il Canada che , che di per se stessa, non sarebbe una cattiva idea, vista l'enorme estensione di territori di cui dispone quel paese. Nelle sue linee di politica estera, Trump ha già stabilito una relazione privilegiata con il Regno Unito ed ha sponsorizzato il Brexit , felicitando la GB per averlo fatto, ha attaccato pesantemente la la Merkel sulla sua apertura migratoria ed ha accusato la Germania di aver affosato la UE, imponendo i suoi interessi, in pratica ha detto quello che tutti ormai sanno in Europa tranne gli apologeti della globalizzazione e della UE. In più Trump ha criticato la NATO come organizzazione obsoleta e questo ha reso molto nervosi i veritici della NATO ed i Governi europei che si sono trovati "spiazzati" dalle dichiarazioni di Trump. I leaders europei, quelli che hanno seguito tuttte le linee dell'amministrazione Obama, oggi  rischiano di trovarsi con il "cerino in mano". Dopo queste dichiarazioni ed i primi provvedimenti, viene poi la parte più delicata, qui bisogna fare attenzione con le analisi, visto che una guerra commerciale con la Cina è una prospettiva concreta dove Trump vorrebbe utilizzare Taiwan come elemento di pressione sulla Cina per obbligare Pekino a svalutare lo Yuan, ritenuto troppo deprezzato in favore del suo export. Per quanto riguarda le questioni geopolitiche, Obama aveva  commesso il peggiore errore strategico nello spingere la Russia tra le braccia della Cina e probabilmente Trump cercherà di staccare la Russia dalla Cina, cosa molto difficile. Nella nuova Ammnistrazione emerge la figura dell'ex tenente gen. Michel Flynn, assessore alla sicurezza, personaggio chiave, ex direttore dell DIA, oggi , con ottimi raporti con la Russia, il quale caldeggia una lotta comune contro gli jihadisti , lui che aveva accusato a suo tempo Obama di aver fomentato ed utilizzato gli jihadisti in Siria (per questo si era dovuto dimettere). Sulla stessa linea sembra il nuovo segretario di Stato USA è  Rex Tillerson, ex manager di Exon Mobil, grande esperto di negoziazioni e business con la Russia, quello che ha trattato un business di 500 mila milioni di dollari per progetto consociato con la Rosneft  per l'esplorazione dell'Artico, nel golfo del Messico , ecc.. Staccare la Russia dalla Cina questa è la carta che Trump si giocherà.....ma la Russia ha già  una alleanza strategica con la Cina, quanto può  convenire alla Russia allontanarsi dalla Cina? In generale il panorama è molto complicato: l'ipotesi di alcuni analisti internazionali indipendenti è quella di una nuovo corso della politica USA  per  trovare dei punti in comuni con la Russia di Putin. Ci si chiede quale sarà ll prezzo da pagare a Putin per allontanare  Mosca  da Pechino? Se volesse concedergli la Crimea', in realtà  già la tiene. L'est Ucraina, il Donbass, anche quello già si trova sotto un protettorato russo di fatto. Neppure potrebbe proporgli la costa orientale del Mediterraneo in Siria? Già la controlla. Forse Trump dovrebbe promettere  a Putin una zona di influenza in una parte d'Europa? Improbabile. Sarà un anno difficile anche per l'Europa, vista la prospettiva di elezioni in Francia, un successo della Le Pen produrrebbe una Frexit...in Olanda si prospetta una vittoria dei nazionalisti.  Incerto il risultato nella  Germania  della cancelliera Mekel,  già castigata da Trump per  per l'immigrazione. Esiste il problema dello spostamento indotto di grandi masse di africani verso l'Europa, dove si rischia una destabilizzazione sociale . Poi esiste la vera "patata bollente" con cui anche Trump si può scottare:  il Medio Oriente e la relazione  di Trump con Israele, quando Trump ha il suo genero  Jared Kushner, il quale  è un ebreo ortodosso, miliardario e  sonista, senior adviser nello staff di Trump.  Altra situazione scottante i rapporti con  la Turchia, quella che  sarà un'altra incognita per Trump, visto la crescente ostilità di Erdogan contro gli USA, da quando ha scoperto le carte del golpe patrocinato dalla CIA. l'Iran sarà un'altro problema per Trump, visto che Netanyahu chiede di rompere gli accordi con il nucleare e che l'accordo è stato sottoscritto da altri 5 paesi.  L'Iran non è un "boccone" facile per l'impero USA che già ha visto fallire il suo progetto di inglobare e smembrare la Siria.  Se Trump dovesse seguire il "cane pazzo" Netanyahu, trascinerebbe gli USA un'altra guerra, più distruttiva e complicata di quella in Siria e le forze USA non è detto che siano in grado di piegare l'Iran, alleato strategico della Russia e della Cina. Putin non lo permetterebbe ,visti il legami stretti con Teheran e la sua funzione essenziale nella lotta contro il terroirsmo jihadista, fomentato dai sauditi e dal Qatar. Questo rende tutto molto complicato e non è facile capire quali  potranno  essere le mosse di Trump per tirare fuori gli USA dal pantano in cui la politica dell'Amministrazione Obama ha trascinato gli Sati Uniti nel Medio Oriente. L'Ordine Mondiale, dopo il caos creato da Obama, dovrà essere riordinato da Trump mediante un accordo con la Russia e con la Cina ed il mondo può considerarsi  fortunato per  non essere arrivato  ad una guerra con la Russia, un olocausto nucleare a cui  si sarebbe arrivati di sicuro con Hillary presidente. Nonostante questo  ci sono ancora troppi russofobi negli USA sia tra   democratici che tra repubblicani.....il riavvicinamento con la Russia sarebbe un cambio radicale a cui si opporrebbero molti altri, non soltanto il senatore McCain.  Il problema fondamentale è quanto l'elite finanziaria dominante conceda a Trump per fare i suoi cambiamenti e quali siano i margini di cui dispone. Gli equilibri mondiali  sono troppo complessi  per affrontarli a colpi di slogans come "America the First".


Fonte: http://www.controinformazione.info/il-cambio-di-presidenza-a-washington-prospetta-conseguenze-epocali/

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