domenica 8 gennaio 2017

L’alternativa ai pesticidi è già qui

La produzione agricola sostenibile è oggi uno dei settori prioritari per la ricerca e una sfida per il futuro del nostro Pianeta. C’è una sempre maggiore richiesta di metodi ad alta efficacia e a basso impatto ambientale, alternativi ai pesticidi di sintesi chimica.
La Fondazione Edmund Mach affronta un tema estremamente innovativo su cui il mondo produttivo e industriale punta molto lo sviluppo di bioagrofarmaci. L’approccio scelto è quello di sfruttare i microrganismi associati alla pianta e i loro metaboliti, cioè il “microbioma delle piante”. L’obiettivo della ricerca è di sviluppare bioagrofarmaci di prossima generazione per il controllo dei patogeni e dei parassiti delle piante e di nuovi fertilizzanti che possano promuovere la crescita vegetativa senza effetti inquinanti sull’ambiente.
Il nuovo progetto di ricerca – denominato “Interfuture” – è coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e finanziato dalla Commissione europea. Prevede 11 dottorati di ricerca industriale, un’assoluta novità nel panorama accademico europeo. Il progetto fa parte delle azioni Marie Skłodowska-Curie Actions (MSCA) del programma Horizon 2020 per il finanziamento della ricerca europea. La novità di questo percorso di dottorato è costituita, oltre che dalla transnazionalità (i giovani ricercatori dovranno fare il loro percorso di dottorato in un paese europeo diverso da quello in cui si sono laureati), anche dalla transettorialità gli studenti dovranno spendere metà della loro formazione effettuando la loro ricerca presso un’industria. Di conseguenza questi percorsi di dottorato, oltre a fornire una solida base di ricerca presso le più prestigiose università europee, permetteranno ai dottorandi di sperimentare e mettere in pratica nelle realtà aziendali le loro scoperte.

Il via a Bruxelles

A dicembre a Bruxelles, presso l’Ufficio della Provincia autonoma di Trento per i rapporti con l’Unione Europea, si è tenuto il kick-off meeting del progetto a cui hanno partecipato – oltre a Valeria Liverini, capo dell’Ufficio per i rapporti con l’Unione europea della Provincia autonoma di Trento e alla coordinatrice del progetto, Ilaria Pertot, ricercatrice della Fondazione Edmund Mach – i rappresentanti dei partner coinvolti Università di Reims Champagne-Ardenne in Francia, Università di scienze naturali di Vienna, Università di Newcastle, Università di Nottingham nel Regno Unito, Università degli studi del Molise. Le industrie associate sono la spagnola Desarrollo Agrícola y Minero, S.A.(Daymsa), Inoq GmbH in Germania, BIPA e BioBest in Belgio e l’inglese Azotic.

 

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