“E’ tornata la paura e si sono riaperte le ferite”. Sergio Nardi – 60 anni, imprenditore edile e padre di quattro figli – sintetizza cosi’ la giornata odierna, segnata dalle continue, forti scosse di terremoto che hanno fatto tremare ancora il Centro Italia. Nardi è infatti uno di quelli che ha preferito vivere fino a oggi in tenda, pur di non lasciare la sua terra, la piccola frazione di Frascaro di Norcia. Stamattina, durante la prima scossa, lui si trovava nella tenda, “mentre mia moglie con il figlio piu’ piccolo, di 10 anni – racconta all’ANSA – erano tornati dentro la nostra casa, anche se e’ lesionata: il bambino non poteva stare al freddo della tenda, ormai sepolta dalle neve“. Ed e’ stato “tremendo, per il piccolo, rivivere la paura del terremoto: lui e la madre sono fuggiti immediatamente e ora siamo di nuovo nella tenda”.
La notte scorsa l’hanno trascorsa nel camper messo a disposizione dal Comune di Norcia. Ad andare in albergo (secondo anche la sollecitazione delle istituzioni locali) Sergio proprio non pensa: “Ma come si fa a lasciare tutto alle spalle e andarsene? La nostra vita, quella mia, di mia moglie e dei nostri figli, e’ qui e a Frascaro vogliamo restare”. Tutto questo, malgrado il futuro sia piu’ che mai incerto. “Faccio l’imprenditore edile da 35 anni – racconta ancora Nardi – ma dal 30 ottobre scorso, dopo la grande scossa con epicentro in Valnerina, la mia azienda e’ ferma. Avevo alle mie dipendenze tre operai, e chiaramente li ho dovuti licenziare”. “Se riprendero’ l’attivita’? Non lo so – confessa Nardi – e oggi, con quello che stiamo vivendo, e’ ancora piu’ difficile dare una risposta a questa domanda. Con le scosse di stamani siamo tornati a due mesi e mezzo fa: adesso bisogna tornare a vincere la paura. Soltanto dopo penseremo al futuro”.
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