Dal 2010 al 2013 il Pianeta ha perso il 7% di foresta vergine, vale a dire quell’ambiente boschivo non ancora contaminato dalla presenza umana.
I dati sono stati resi noti dall’University of Maryland, che ha condotto uno studio basandosi sulle immagini satellitari raccolte. Quella che è stata persa è una superficie di foresta vergine di oltre 919mila chilometri quadrati, pari cioè all’estensione dello stato del Venezuela.
I Paesi più colpiti
I danni maggiori si riscontarono nelle zone tropicali, dove circa i 2/3 di foresta vergine sono ormai scomparsi. Il Paraguay, ad esempio da inizio millennio ha perso ben l’80% della propria foresta primaria. Secondo le stime, se la deforestazione continuerà di questo passo lo stato sudafricano – assieme a Cambogia, Laos e Guinea Equatoriale – perderà completamente la sua foresta vergine entro il 2030.
In Europa, invece, i Paesi più colpiti dal disboscamento sono Russia e Romania. La Russia è anche il Paese che ha subìto il maggior disboscamento in termini assoluti (179.000 km quadrati di foresta perduti) mentre la Romania, in soli 13 anni, ha perso la quasi totalità di questo ecosistema.
Le cause della fine della foresta vergine
I fattori variano a seconda delle latitudini. Negli Stati Uniti e in Canada, il disboscamento è da imputare agli incendi. In Sud America e in Africa i danni maggiori sono stati causati dalla ricerca petrolifera mentre in Europa la foresta vergine è scomparsa a causa delle estrazioni minerarie.
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