di Manuel Godano
Lo Stato Islamico ha annunciato di essere pronto a intensificare gli attacchi in territorio algerino. A comunicarlo è stata l’agenzia di stampa ufficiale del Califfato Amaq Agency, che nei giorni scorsi aveva diffuso il comunicato attraverso cui ISIS aveva rivendicato l’attacco con esplosivo con cui l’8 ottobre era stato colpito un convoglio dell’esercito algerino nel governatorato nord-orientale di Skikda.
Secondo diversi analisti esperti della sicurezza del Nord Africa e del Sahel, attualmente i militanti dell’ISIS attivi in Algeria sarebbero circa 200, solo un decimo rispetto ai foreign fighter tunisini andati a combattere per il Califfato in Siria negli ultimi due anni. Aspetto questo che ha fatto ritenere a molti che l’Algeria sia riuscita effettivamente a trovare il “vaccino per immunizzarsi” da infiltrazioni di cellule jihadiste, forte dell’esperienza della lunga e vittoriosa lotta agli islamisti condotta dalle forze armate durante la guerra civile degli anni Novanta.
L’ultimo episodio eclatante legato allo Stato Islamico in Algeria, che nel Paese può contare su una vera e propria struttura organizzativa chiamata Wyalat al Jazair (Provincia di Algeria dello Stato Islamico), risale al settembre del 2014, quando i miliziani di Jund al-Khilafa, gruppo legato ad Al Qaeda che aveva poi prestato fedeltà al Califfo Abu Bakr Al-Baghdadi, rapirono e uccisero l’escursionista francese Hervé Gourdel.
Le ultime operazioni anti-terrorismo
Da allora ISIS in Algeria ha continuato a effettuare attacchi senza però riuscire a raggiungere la pericolosità delle Province del Califfato presenti invece in Libia, Egitto (nella Penisola del Sinai) e Tunisia. Dall’uccisione dell’ostaggio francese la risposta dell’anti-terrorismo algerino si è rivelata efficace. Nelle ultime operazioni, effettuate dopo l’attacco a Skikda, in questo governatorato sono stati uccisi due sospetti terroristi, considerati estremamente pericolosi, che si nascondevano a Oued Zehour. Il nome di uno dei due terroristi è Saddek Habbach, detto Abu Doudjana, importante esponente di Jund al-Khalifa e ritenuto essere l’emiro di ISIS in Algeria. Nel rifugio in cui si era nascosto sono stati trovati due fucili kalashnikov, binocoli, granate, munizioni e nove telefoni cellulari. Sempre nei giorni scorsi, a sud di Tindouf è stato arrestato un altro presunto terrorista, trovato anch’egli in possesso di armi e munizioni.
Lo scontro con AQIM e Belmokthar per il controllo dei traffici
Gli ultimi movimenti nel governatorato di Skikda, dove sono frequenti gli arresti di militanti islamisti e i ritrovamenti di ordigni esplosivi improvvisati, nascondigli e depositi di armi, dimostrano che ISIS sta realmente provando ad alzare il tiro delle offensive in Algeria. Il Paese, d’altronde, rappresenta una delle principali vie di fuga per le centinaia di jihadisti costretti a scappare da Sirte e dalle altre roccaforti poste sotto assedio in Libia da mesi.
(Mokthar Belmokthar)
È proprio lungo tutti i confini con la Libia che nei prossimi mesi si deciderà chi avrà la leadership in questa vasta area del Nord Africa. Una lotta per il controllo di traffici illegali di armi, droga e uomini tra jihadisti e bande criminali, in cui lo Stato Islamico dovrà confrontarsi principalmente con due concorrenti: Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) e l’imprevedibile primula rossa d’Africa Mokthar Belmokthar.
(Mappa dailymail.co.uk)
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Fonte: http://www.lookoutnews.it/algeria-isis-rischio-attentati/
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