Ci siamo: dopo una corposa introduzione – in bilico tra amarcord e presentazioni dei big in gara – tocca al super ospite Tiziano Ferro aprire Sanremo 2017 con una virata in bianco e nero su melodia di Tenco. Conti guadagna la scena da consumato anfitrione, mentre Maria De Filippi – di nero vestita con quel retrogusto business al quale i suoi outfit ci hanno abituato – si scongela. E si scongela alla grande: dopo il primo trittico di esibizioni l’Ariston is the new C’é Posta per Te. Il palco si popola di professionisti del soccorso alpino, protezione civile, guardia di finanza, vigili del fuoco e di tutti coloro che hanno prestato soccorso (preziosissimo) nell’ambito della tragedia di Rigopiano. Colpo di classe di Conti che chiede di supportare la causa sottolineando che lui ha già cacciato il cash.
Crozza finalmente, anche se il suo intervento non è fra le sue migliori performance, risulta comunque una boccata di aria fresca nel mood democristiano che tanto contraddistingue i vari Sanremo dell’era contiana. Apprezzabile resta comunque la leggerezza che il presentatore toscano ha restituito al Festival, anche perché – diciamocelo – l’impegno a Sanremo stride almeno quanto la presenza dei vari Bluvertigo, Tenco, Afterhours, La Sintesi e tutti coloro che non hanno mai puntato su “cuore – amore – dolore” e per questo sono stati puniti dal moloch dei fiori, salvo riabilitazioni postume. In questo senso Conti ha colpito nel segno.
Straordinaria la bravura di Paola Cortellesi che, con Albanese, sicuramente propone la migliore canzone della serata. Nel frattempo le esibizioni dei big in gara riescono a sollevare solo un interrogativo degno di nota: chi ha vestito Elodie? Nel momento dell’ospitata di Ricky Martin è subito balera per il sollazzo delle signore in prima fila, che potendo permettersi la poltronissima sanremese, hanno ottime ragioni per ballare. Vestita di moquette rossa la bellissima Diletta Leotta poteva essere presente a Sanremo in virtù del suo successo social? Mannò, ovviamente è intervenuta per fare una denuncia sociale circa la violazione della privacy. Il momento in cui Ubaldo Pantani – sempre sia benedetto – si cala nei panni di un improbabile quanto scazzato Bob Dylan che punta al trono over, stringendo accordi con Maria De Filippi, è senza dubbio il più alto della serata. Confermato anche Rocco Tanica con i suoi surreali collegamenti dalla sala stampa che, anche nella scorsa edizione, aveva ben funzionato e – complice anche l’ora tarda – strizzano l’occhio finalmente al concetto di comicità. A rischio sono Giusy Ferreri, Ron, Clementino e Alessio Bernabei: chi l’avrebbe detto. Un plauso particolare a Raoul Bova, che è riuscito a far rimpiangere Gabriel Garko durante la lettura del gobbo.
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